19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Manovra: misura vergognosa per le quote latte

CIA: «Un ennesimo regalo ai furbi»

Politi: «Ok agli interventi sui debiti delle imprese agricole, ma i problemi restano. Assente ogni strategia di sviluppo, solo tagli»

ROMA - «Ancora una volta ci troviamo davanti ad una vergognosa misura che premia i furbi delle quote latte. Un provvedimento che ormai prelude ad un condono tombale». Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in merito ai contenuti della manovra economica del governo «che è fatta solo di tagli pesanti e indiscriminati, di nuove imposte ed è assolutamente priva di una strategia di rilancio dell’economia e del sistema imprenditoriale italiano. Gli interventi sul debito per le imprese agricole in difficoltà sono un elemento positivo, ma da soli non risolvono i problemi che restano gravi. Come per gli incentivi fiscali ai giovani imprenditori, che non possono dare reali prospettive di crescita».

«Sulle quote latte si è comunque passato ogni limite. Con l’interruzione delle riscossioni delle multe da parte di Equitalia, senza, peraltro, indicare chi dovrà procedere in sua sostituzione, dal governo è venuto un ennesimo regalo a chi non ha rispettato le regole, mentre è stata umiliata la stragrande maggioranza degli allevatori onesti, che si sono attenuti alle leggi Un vero e proprio schiaffo alla legalità che, proprio nella vicenda delle quote latte, troppe volte è stata calpestata. Una questione che si trascina dal 1984 e per la quale si è accumulato un debito nei confronti dell’Ue di oltre 4 miliardi di euro. Così ogni contribuente italiano si è trovato a pagare un conto da oltre 170 euro a testa per via della cattiva applicazione del regime delle quote latte nel nostro Paese».
«Più volte -ha aggiunto il presidente della Cia- abbiamo sostenuto che sulle quote latte va rispettata la legalità. Bisogna tutelare gli allevatori che hanno operato nella legalità e che hanno investito molto anche in qualità. Non solo abbiamo ripetuto alla noia l’esigenza di far ritornare al più presto il settore lattiero alla normalità e di fornire strumenti idonei ai produttori, che, purtroppo, stanno vivendo una fase molto difficile. La risposta del governo è stata sempre la stessa: i furbetti sull’altare, gli onesti produttori nella polvere. Un atteggiamento disgustoso».

«Ma è tutto il complesso della manovra che non ci convince affatto. Anzi, siamo profondamente delusi. Non troviamo traccia di validi provvedimenti strutturali che possono garantire una ripresa dello sviluppo. E’ vero che la situazione è alquanto complessa e che servono misure rigorose, ma è altrettanto vero che -ha rimarcato Politi- ogni intervento va coniugato con l’equità e con la garanzia di dare alle imprese le certezze per il futuro. La manovra del governo va, invece, nella direzione opposta: unicamente colpi di scure e una lotta agli sprechi e all’evasione non adeguata. L’imprenditoria, in particolare, quella agricola, ne esce mortificata. Si allontanano in maniera preoccupante sia la competitività che lo sviluppo, che sono indispensabili per rilanciare il nostro Paese».
«Per l’agricoltura, ancora in difficoltà, non ci sono prospettive. Se si escludono gli interventi, pur importanti, sui debiti delle imprese in grave difficoltà, e gli sgravi fiscali dei giovani, di cui bisogna valutare l’efficacia, lo scenario resta negativo. Le aziende -rileva il presidente della Cia- fanno i conti con onerosi costi produttivi, contributivi e burocratici, con prezzi all’origine non remunerativi e con redditi praticamente falcidiati. Siamo in presenza di misure confuse che di sicuro non risolveranno il problema della spesa pubblica, né assicureranno alle imprese le leve per uscire dall’attuale difficile congiuntura. I provvedimenti del governo non danno risposte valide».
«Ecco perché bocciamo la manovra nel suo complesso. Oltre a mancare di equità sociale e a non fornire un’indispensabile prospettiva di sviluppo, rischia - conclude Politi- di non risolvere le vere questioni di fondo e di costringere gli italiani a nuovi e inutili sacrifici».