27 agosto 2025
Aggiornato 21:30
Quote latte

CIA: legittima la gestione Agea

La Cia interviene sulle polemiche di questi ultimi giorni. La vera emergenza è la difesa del reddito degli allevatori

ROMA - E’ ora di finirla con la vicenda delle quote latte, con i «polveroni» alzati ad arte e in modo strumentale dai «cobas». E’ quanto sottolineato dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori che si dice d’accordo con l’Agea alla quale esprime apprezzamento per la legittimità della difficile gestione di applicazione delle normative in materia di quote latte.
In questi giorni proprio i «cobas del latte» - afferma la Cia - hanno dichiarato che i dati di questi anni sulla produzione di latte non risultano corretti, facendo riferimento all’anagrafe zootecnica e rimarcando il sospetto che in Italia esista un patrimonio di vacche da latte «fantasma».

La Cia rimarca la piena legittimità del calcolo del quantitativo di latte operato da Agea, che (come richiamato dalla stessa Agenzia) sulla base della regolamentazione vigente è determinato dalla documentazione fiscale.
Il problema «quote latte» andava, quindi, chiuso da tempo. Infatti, oggi, dopo l’ennesima proroga concessa dal governo per il pagamento delle somme della rateizzazione, ritorna il tentativo di mischiare le carte per permettere ad alcuni, pochi, allevatori di non rispettare le leggi nazionali e comunitarie e di non pagare il superprelievo per gli anni pregressi e di scongiurare la revoca della quota ottenuta dopo l’accordo Ue.

La Cia auspica, dunque, la definitiva chiusura di una vicenda delle quote, che ha fatto pagare all’Italia 1,7 miliardi di euro, alimentando tensioni del settore, accentuando i contrasti con l’Ue e non considerando la stragrande maggioranza degli allevatori che hanno rispettato le norme e che ancora aspettano i 45 milioni di Euro che erano previsti dalla Legge 33 del 2009.
La Cia ritiene, comunque, che attualmente la vera emergenza è la difesa del reddito degli allevatori sempre più a rischio per prezzi del latte alla stalla non remunerativi e costi produttivi, contributivi e burocratici in continua crescita.