19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
E' allarme disoccupazione in Italia

Un giovane su tre non lavora

Il tasso di senza lavoro nella fascia giovanile a dicembre è al 29%

ROMA - Un giovane su tre è senza lavoro. Continua ad essere allarmante il dato sulla disoccupazione giovanile in Italia. Secondo le stime, diffuse oggi dall'ISTAT, nel mese di dicembre 2010, è stato raggiunto un nuovo record negativo: il 29% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni è senza occupazione. La CGIL osserva preoccupata che «se un terzo dei giovani non lavora, pari all’8% in più dell’Europa, una cifra ancora più alta lavora solo con contratti di tipo precario», come dicono le percentuali delle assunzioni, il che determina come «la precarietà nel lavoro diventa sempre più una precarietà sociale».

In particolare, secondo quanto riferito dall'Istituto Nazionale di Statistica nelle stime provvisorie 'disoccupati e occupati, dicembre 2010', il tasso di disoccupazione giovanile, pari al 29%, ha registrato un aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente e del 2,4% rispetto a dicembre 2009. Il numero di inattivi di età compresa tra 15 e 64 anni a dicembre 2010 aumenta dello 0,1% rispetto sia a novembre sia a dicembre 2009.

Inoltre, il tasso di occupazione a dicembre 2010, pari al 57%, risulta stabile rispetto a novembre e in riduzione di 0,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il numero delle persone in cerca di occupazione risulta in diminuzione dello 0,5% rispetto a novembre, e in aumento del 2,5% rispetto a dicembre 2009. Il tasso di disoccupazione, pari all'8,6%, rimane stabile rispetto a novembre, aumenta invece dello 0,2% se confrontato con i dati del mese di dicembre 2009. Il tasso di inattività, pari al 37,6%, è invariato rispetto al mese precedente e in diminuzione rispetto a dicembre 2009 dello 0,1%.

Se l'occupazione maschile, a dicembre 2010, si attesta intorno al 67,5%, diminuendo su base mensile dello 0,1% e su base annuale dello 0,7%, l'occupazione femminile, pari al 46,5%, aumenta dello 0,1% rispetto a novembre e dell'1,6% negli ultimi dodici mesi. Il tasso di disoccupazione maschile, pari al 7,8%, risulta in aumento dell'1,5% rispetto al mese precedente e del 6,5% rispetto su base annua. La disoccupazione femminile, pari al 9,6%, risulta in diminuzione dello 0,3 % sia rispetto al mese precedente e sia su base annua. Gli uomini inattivi diminuiscono dello 0,1% tra novembre e dicembre 2010 e aumentano dello 0,9% su base annua; il numero di donne inattive risulta in aumento dello 0,3% rispetto a novembre e in diminuzione dello 0,3% rispetto a dicembre 2009.

L’occupazione in Italia sta «strutturalmente assestandosi ad un dato molto basso e contemporaneamente peggiora drasticamente la sua qualità» dichiara il Segretario Confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, rilanciando «la necessità di maggiori tutele a partire da stanziamenti adeguati per la Cassa in deroga».

I dati confermano, secondo il Segretario Confederale, che nel 2010 «non c’è stato alcun recupero sul drammatico dato dell’anno precedente e che anzi la disoccupazione aumenta ancora: la produzione non riprende, la base produttiva si restringe e le centinaia di migliaia di persone in Cassa integrazione rischiano il transito alla disoccupazione per fine periodo o chiusura di aziende». Alla luce di questi dati «non possiamo e non dobbiamo rassegnarci a questo trend negativo - aggiunge il sindacalista -, non va trascinato nel futuro per molti anni e, per evitarlo, occorrono interventi straordinari che invertano la tendenza».

Per contrastare questo trend Fammoni rivendica «tutele, a partire da stanziamenti adeguati per la Cassa in deroga, perché come dice il rapporto ILO: il lavoro è necessario non solo per la coesione sociale, ma per la ripresa stessa e per uno sviluppo che si possa dire davvero sostenibile; serve una ripresa incentivata in quantità facendo ripartire i consumi e in qualità con innovazione e ricerca; serve infine un piano straordinario per l’occupazione e lo sviluppo, e non la propaganda di ipotetiche conferenze nazionali per coprire le inadeguatezze dell’azione di governo, che sarà - conclude Fammoni - al centro della mobilitazione e delle marce per il lavoro della CGIL in tutte le città d’Italia».