25 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Sicurezza alimentare

Ogm, CIA: Galan tenga conto del parere delle Regioni

La Cia, che ribadisce la sua netta contrarietà al biotech in agricoltura, saluta positivamente la posizione degli assessori regionali

ROMA - Adesso il ministro Galan, di cui rispettiamo il pensiero, e il governo, devono tenere conto del parere degli assessori regionali, che hanno respinto le linee guida di coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e geneticamente modificate, e della stragrande maggioranza dei consumatori e degli agricoltori. E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori che commenta positivamente la notizia della decisione delle Regioni che rappresenta una chiara indicazione per un'Italia «Ogm-free». Si tratta di un deciso passo avanti per arrivare ad una posizione che metta la parola fine ad una questione che si trascina da troppo tempo tra astiose polemiche e dannosi contrasti. Un orientamento che ora va confermato a livello europeo.

Il parere degli assessori - rileva la Cia - è in perfetta linea con le nuove indicazioni dell’Unione europea sulla libertà per gli Stati di decidere sulle colture transgeniche. Una precisa indicazione per il governo che ha tutti gli strumenti per superare i contenziosi aperti, compresa la sentenza del Consiglio di Stato. Occorre, però, agire e presto. Anche per dare certezze agli agricoltori.

La decisione degli assessori rispecchia la posizione della Cia la quale ribadisce che l’agricoltura italiana, tipica e diversificata, non ha certo bisogno degli Ogm e che è possibile produrre colture proteiche libere da biotech, con beneficio per l’ambiente e la salute, nonché per migliorare il reddito degli agricoltori e degli allevatori.
La contrarietà della Cia al biotech non è ideologica. E’, al contrario, dettata dalla consapevolezza che l’utilizzazione degli organismi geneticamente modificati può annullare l’unico vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui mercati: quello della biodiversità. Pertanto, non è una posizione oscurantista. Si chiede alla scienza di continuare a contribuire alla crescita di questo tipo di agricoltura. E questo lo si può fare senza ricorrere agli Ogm, come, d’altra parte, è avvenuto fino ad oggi con risultati molto importanti.