Ogm, abbattute le piante di mais di Fidenato
Intervento del Corpo forestale regionale: distrutti complessivamente 6 mila metri quadrati di coltivazioni
VIVARO - Il Corpo forestale regionale del Friuli Venezia Giulia ha abbattuto lunedì mattina le piante di un podere di Vivaro seminate a mais Ogm, di proprietà di Giorgio Fidenato, il paladino delle lotte per i prodotti transgenici. Il personale della Forestale ha distrutto complessivamente 6 mila metri quadrati di mais (anche nelle proprietà di Colloredo di Monte Albano, su disposizione del Ministero delle Politiche agricole.
LE PAROLE DI FIDENATO - La distruzione del campo coltivato a mais Ogm si è resa necessaria vista l'inottemperanza al decreto dello scorso 3 luglio, con il quale il Ministero concedeva cinque giorni all'imprenditore agricolo per provvedere in autonomia all'abbattimento delle piante transgeniche. Fidenato aveva spiegato nei mesi scorsi perché aveva iniziato questa nuova battaglia: «Ripartiamo con la semina e lo scopo è quello di avere la possibilità di dimostrare come la direttiva europea che concede flessibilità agli Stati membri sulla possibilità di coltivare Ogm non sia conforme ai trattati europei. Non riesco a capire perché il mio collega spagnolo può seminare Ogm e io no, visto che facciamo tutti parte delle Comunità europea. Siamo in Europa, con un mercato unico e con la circolazioni delle merci, ma persistono ancora queste differenze. Non c'è una condizione di parità. Visto quanto sta accadendo a nostro parere non ci sono gli elementi per parlare di un mercato comune e quindi sosteniamo che questa direttiva non sia legittima dal punto di vista della Comunità Europea».
CONTINUA LA BATTAGLIA SUGLI OGM - L'imprenditore agricolo aveva inviato comunicazione anche al Ministero circa le sue azioni e l'avvenuta semina. Nei giorni scorsi è invece arrivato il decreto che stoppa l'ennesima battaglia pro Ogm. Fidenato è impegnato fin dal 2010 in una sorta di crociata che lo ha visto protagonista su vari fronti giudiziari: recentemente ha anche ottenuto il riconoscimento dei propri diritti, ma relativamente alla normativa precedente.
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