19 aprile 2024
Aggiornato 23:00
La manovra

Formigoni: convinceremo Berlusconi con le cifre

Oggi l’incontro fra le Regioni e il presidente del Consiglio

ROMA - Apparentemente l’incontro di oggi fra le Regioni e Berlusconi (alla presenza di Giulio Tremonti) è del tutto inutile.
Il ministro dell’Economia ha già detto chiaramente che non intende transigere dall’imperativo si discutere» purché a parità di saldi e soldi».
Il premier ha anticipato che le cifre finali non saranno modificate.
Gli stessi esponenti delle regioni hanno detto di non voler mettere in discussione la complessità della manovra.
Ma allora come si spiega l’insistenza dei governatori a volere il confronto diretto con il presidente del Consiglio? Soprattutto, viste le premesse, che cosa pensano di portare a casa le Regioni?

Per Formigoni e compagnia i margini per un ritocco al taglio dei 8,5 miliardi in due anni a spese delle regioni non sono destituiti di fondamento.
Il presidente della Lombardia oggi cercherà di convincere Berlusconi che non è vero che finora siano stati solo lo Stato centrale e i ministeri a sforbiciare sulle spese.
I numeri che Formigoni esibirà oggi nel corso del vertice dimostrerebbero che nell’ultimo triennio i consumi intermedi, ossia quelli per l’acquisto di beni e servizi, al Centro sono aumentati del 24 per cento, mentre quelli regionali sono diminuiti del 6 per cento.
Il dato che Tremonti opporrà alle cifre di Formigoni è questo: le spese discrezionali delle Regioni, quindi le spese più facilmente tagliabili, sono superiori di circa 90 miliardi rispetto a quelle centrali.

Per il Presidente della Lombardia le imposizioni della manovra alle regioni sono inoltre incoerenti con l’obiettivo del governo di procedere verso il federalismo fiscale. Formigoni avanza poi il sospetto che il Tremonti voglia far partire la riforma federalista per gradi: prima i comuni, poi le province e infine le regioni.
E’ un sospetto che nasce dalla lettura della relazione del Tesoro che individua chiaramente modi e percorsi dell’autonomia impositiva dei municipi mentre non specifica quella delle regioni.

Ma il fronte dei Governatori oggi si presenta compatto al cospetto del presidente del Consiglio? Nelle affermazioni generiche sembrerebbe di sì. Ma Caldoro (Campania) Polverini (Lazio) e Scopelliti (Calabria) sarebbero già pronti a seppellire l’ascia di guerra in cambio di una dilazione del governo dei tempi per il rientro dei rispettivi debiti sulla sanità.