28 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Domani l'azienda incontra i sindacati

Pomigliano, Fiom: firma impossibile

Cgil: a rischio leggi e Costituzione. Il sindacato: «Profili di illegittimità nella proposta Fiat, ma l'impianto. La parola ai lavoratori». Sacconi si rivolge al Lingotto

ROMA - Alla fine la Fiom ha deciso di dire 'no' al documento di Fiat su Pomigliano d'Arco dove sono contenute le condizioni dell'azienda per rimanere in Campania e investire 700 milioni di euro nel biennio 2010-11 per la produzione della Panda. E' un «ricatto», è la tesi dei metalmeccanici della Cgil, poiché prevede deroghe a «diritti indisponibili». La Fiom si prepara così a fermare le braccia: per il 25 giugno, alle 4 ore di sciopero generale indetto dalla Cgil contro la manovra economica, ne aggiungerà altre quattro a sostegno della vertenza su Pomigliano. Mentre il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, fa appello ai vertici della Cgil per indurre le tute blu ad accettare l'intesa e, allo stesso tempo, invita il Lingotto a considerare il clima di larga condivisione che si è già prodotto in azienda come nel territorio circostante come nell'intero Paese sull'ipotesi di accordo».

Intanto, il Lingotto ha convocato per domani alle ore 14 i sindacati per fare il punto sulla situazione. Da venerdì, quando è stata raggiunta l'intesa separata con Fim, Uil, Ugl e Fismic, sono state diverse le pressioni sulla Fiom affinché finisse per cedere: dal governo agli industriali. Ad auspicare il 'sì' della Fiom Sacconi, che metteva in rilievo l'impatto della vicenda sulle relazioni industriali: In futuro lo statuto dei lavoratori può diventare, almeno in parte, «derogabile da accordi delle parti nei territori» e l'intesa sullo stabilimento della Fiat «farà scuola», sottolineava. Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, portava acqua al suo mulino, e leggeva le parole del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, sulla necessità di investire nella stabilimento, come una sorta di via libera all'intesa.

I RISCHI - Nel pomeriggio, in una nota della segreteria nazionale della Cgil, Corso Italia afferma che occorre difendere l'occupazione e il futuro dello stabilimento Fiat di Pomigliano; ma allo stesso tempo chiede al Lingotto di riflettere su come l'accordo proposto «possa violare leggi e Costituzione». In particolare, secondo la Cgil, «le norme proposte dall'azienda aprono profili di illegittimità in materia di malattia e diritto allo sciopero».

«IMPOSSIBILE» FIRMARE L'ACCORDO - Alla fine, si è espresso il comitato centrale della Fiom e l'ha fatto all'unanimità affermando che è «impossibile» firmare l'accordo proposto dalla Fiat su Pomigliano d'Arco se la proposta non cambia. «Se la Fiat - ha detto il segretario generale dei metalmeccanici Cgil Maurizio Landini - vuole mantenere la posizione del documento presentato l'altro giorno, il comitato centrale all'unanimità non considera possibile che quel testo venga firmato».
Il documento della Fiat, ha spiegato Landini, «continua a mantenere profili di illegittimità giuridica, non solo sugli orari di lavoro ma anche per le malattie e il diritto di sciopero. Non comprendiamo il fatto che la Fiat voglia far passare l'idea che per investire bisogna cancellare i contratti e le leggi: sarebbe un grave danno per tutti».
«Domani - ha aggiunto il leader della Fiom - andremo al tavolo di trattativa (convocato dall'azienda, ndr), anche se c'è una cosa un po anomala: alla Fiom l'invito è stato mandato per conoscenza. Ci presenteremo a quel tavolo ribadendo questa posizione, perché su queste basi riteniamo possibile trovare un'intesa che sia in grado di garantire il lavoro».

«CECITÀ ENORME» - «La Fiom ha detto che non accetta la proposta della Fiat, spero sia una normale tattica di negoziazione anche se in questi momenti difficili c'è poco tempo per le tattiche di negoziazione. Non abbiamo più tempo da perdere né possiamo tollerare atteggiamenti chi ci tira indietro, mi auguro prevalga il senso di responsabilità e la voglia di andare avanti».
Così la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia nel corso del suo intervento conclusivo all'Assemblea di Confindustria Vicenza tornando a parlare dello stabilimento Fiat di Pomigliano rispetto all'aggiornamento sulla trattativa in corso con la Fiom.
«Siamo attoniti - ha proseguito Marcegaglia - che la Fiom dica no a certe proposte per tutelare e difendere falsi malati e assenteisti cronici: è questa la difesa dei lavoratori? I sindacati devono tutelare i lavoratori onesti, ma dire no a un investimento di 700 milioni da parte della Fiat a Pomigliano è cecità enorme è non voler fare il bene di questo Paese Su Pomigliano, la scelta è quella di continuare a investire per mantenere posti di lavoro in Italia, se scegliamo di stare qui - ha concluso nel suo intervento - chiediamo ai sindacati di essere vicini a noi e comprendere la sfida che portiamo avanti».