20 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Economia & Lavoro

CGIL: governo reintroduce staff leasing e depotenzia processo

Fammoni: «Il ddl 1167 domani al Senato aumenta precarietà e instabilità»

ROMA - Reintroduzione dello staff leasing e depotenziamento del processo del lavoro. Queste le novità, secondo il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, che il governo starebbe vagliando con il disegno di legge 1167 che inizia il suo iter domani al Senato.

«Prosegue l’opera sistematica di deregolazione del mercato del lavoro e smantellamento dei protocollo del 23 luglio 2007 da parte della maggioranza di governo», afferma Fammoni il quale sottolinea come «nel testo domani in discussione al Senato si prevede la reintroduzione dello staff-leasing, un’ennesima tipologia di lavoro di cui nessuno sentiva più l’esigenza, e si definiscono norme sul processo del lavoro secondo le quali i giudici sarebbero relegati alla sola valutazione del presupposto di legittimità e non potranno discostarsi da quanto previsto dalle parti in sede di certificazione, anche se in deroga a quanto previsto in leggi e contratti». Sull’ultimo punto il dirigente sindacale precisa che «è vero che la disposizione non toglie al giudice, e ci mancherebbe altro, la possibilità di far riferimento ai principi generali dell’ordinamento, ma l’effetto deregolatorio di queste nuove norme risulterà enorme e decisivo».

Inoltre, continua Fammoni, «si riaprono i termini per l’esercizio delle deleghe contenute nella Legge 247/07, a seguito del protocollo 23 luglio 2007, esplicitamente fatte scadere da questo governo. Perché? Pare evidente che si vuole utilizzare un contenitore già disponibile per agire indisturbati, stravolgendo però il contenuto di quelle deleghe, in particolare sugli ammortizzatori sociali, sulla base del libro bianco». Secondo il segretario confederale «sono scelte inaccettabili e ideologiche e sulle quali reagiremo con le forme di iniziativa possibile: dall’informazione alle persone all’attivazione di tutti gli uffici legali, dal ruolo della contrattazione alla mobilitazione alla chiamata in campo della Corte Costituzionale in particolare sulle norme del processo del lavoro. Questo governo - conclude -, invece di pensare a tutele nella crisi per i lavoratori, usa la crisi per programmare un ulteriore aumento della precarietà e della instabilità del lavoro».