PIL, Megale (Cgil): Eurostat conferma gravità crisi
«La svolta deve partire proprio dal G8 dove auspico si prendano le decisioni capaci di orientare i governi»
ROMA – «Si conferma ancora una volta la gravità della crisi e la necessità immanente di una svolta nelle misure del governo italiano». È il commento di Agostino Megale, segretario confederale della Cgil, alle stime sul Pil fornite oggi dall’Eurostat. Per il dirigente sindacale, «la svolta deve partire proprio dal G8 dove auspico si prendano le decisioni capaci di orientare i governi, e quello italiano in particolare, a coordinare le azioni per fronteggiare la crisi investendo più risorse».
In questi mesi, rileva Megale, «fino all’ultimo decreto anticrisi varato il 26 giugno, il governo si è dimostrato incapace di dare risposte efficaci alla crisi di domanda che sta attraversando l’economia reale, in termini di sostegno all’occupazione e ai redditi da lavoro. La flessione tendenziale del Pil del 6% in Italia, più bassa della stima di giugno dello stesso Eurostat, evidenzia che il nostro Paese precipita più velocemente rispetto al resto dell’Area euro che registra una variazione negativa di 4,9 punti». Dati che sono peraltro «allineati - sottolinea il sindacalista - con le previsioni di altri istituti accreditati a livello internazionale e la Banca d’Italia, le cui stime dunque appaiono affidabili. Stime che proprio oggi il Fmi rivede per l’Italia calcolando un Pil a –5,1% nel 2009».
Quanto ai richiami di oggi del governatore della Banca d’Italia, Megale osserva come «Draghi faccia bene a riprendere le banche che fermano il credito alle imprese: non può ripartire l’economia se non riprendono gli investimenti, ma non c’è offerta se non c’è domanda. È obbligatorio perciò sostenere subito l’occupazione a rischio, i redditi dei lavoratori coinvolti dalla crisi e, di conseguenza, il reddito dei lavoratori dipendenti e dei pensionati per risollevare la domanda interna e la produzione». La Cgil, conclude Megale, «chiede da tempo al governo di poter aprire un tavolo assieme alle altre parti sociali, perché l’assenza del dialogo con tutte le forze di questo Paese si traduce inevitabilmente in una scelta miope, che non porterà l’Italia oltre la crisi».
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