23 agosto 2025
Aggiornato 18:30
La ripresa passa dal lavoro. Parla la leader dell`Ugl

«Sì alla settimana corta, ma i precari vengono prima»

Polverini: «con l’apertura di Epifani si può ricompattare il fronte sindacale, subito la riforma degli ammortizzatori»

Va bene la settimana corta. Del resto i contratti di solidarietà in Italia esistono da anni e la volontà di rafforzarli non può che trovarci d’accordo. Ma la vera sfida da affrontare nei prossimi mesi si chiama riforma strutturale degli ammortizzatori sociali. E su quella misureremo «la cifra» del nostro Paese. Così il Polverini-pensiero. La leader dell’Ugl ammicca a Sacconi. L’idea avanzata dal ministro del Welfare la convince, ma non rappresenta di certo una novità. «Anche negli anni `80 - sottolinea - abbiamo fatto un massiccio ricorso a questi contratti per uscire da un’altra situazione di difficoltà». «Oggi però è il momento di osare per rimettere l’Italia al passo con i sistemi di protezione sociale più evoluti come quello inglese».

Segretario, perché dobbiamo invidiare l`Inghilterra?
«Perché i contratti di solidarietà non affrontano il problema dei precari, la vera categoria che rischia di uscire con le ossa rotta da questa crisi».

Invece se attraversiamo la Manica cosa succede?
«Succede che nel momento di passaggio da un posto all’altro il lavoratore è garantito con un sostegno al reddito, un processo di formazione e il contributo dello Stato per pagare l’affitto e aiutare le famiglie alle prese con il mutuo. Da noi invece siamo ancora all’anno zero».

Eppure il governo sta ampliando l’elenco delle categorie che possono usufruire della cassa integrazione...
«Oggi, per la prima volta, daremo un segnale chiaro di protezione anche ai lavoratori flessibili. Vogliamo vedere però quale sarà l’entità dei fondi stanziati. Ma ripeto, l’obiettivo resta l’attuazione della seconda parte della legge Biagi».

Insomma, la settimana corta non la convince a pieno.
«No, non dico questo. I contratti di solidarietà, a differenza della cassa integrazione, consentono di mantenere le persone fisicamente nel posto di lavoro, proteggono le singole professionalità e rafforzano «le conoscenze» di un’azienda. Poi se il governo intende spingerli è possibile sfruttare anche il contributo pubblico. Io dico solo che oggi dobbiamo avere un occhio di riguardo per i precari e in futuro abbiamo la necessità di riformare gli ammortizzatori».

Intanto anche al Cgil ha dato il suo placet, seppur condizionato, alla proposta di Sacconi...
«Mi sembra un atteggiamento che dimostra buon senso. Spero sia un primo passo per ricompattare il fronte sindacale nel dialogo con il governo. Del resto lo stesso ministro Sacconi ha apprezzato l’apertura di Epifani».

Tobia De Stefano