28 agosto 2025
Aggiornato 09:30
Sicurezza sul lavoro

Percezione di insicurezza

Sicurezza sul lavoro, presentata oggi la ricerca di Demos & Pi

Gli italiani ne sono sicuri: negli ultimi anni la sicurezza sul lavoro è diminuita. Emerge da «La sicurezza in Italia. Significati, immagini e realtà», ricerca curata da Demos e Pi e coordinata da grandi nomi del settore, fra cui Ilvo Diamanti.
Secondo l’analisi di Demos, il 46, 7 degli italiani, circa il 2% in più rispetto alle rilevazioni di ottobre 2007, è convinta che le condizioni di sicurezza nelle fabbriche e nei cantieri abbiano subito, negli ultimi anni, un deterioramento.

E se fra le persone interpellate solo il 10% si dichiara frequentemente preoccupato di essere vittima di un incidente sul lavoro, ben diversa si presenta la situazione quando tale risultato viene esaminato, tenendo conto della categoria di appartenenza. È il 21% degli operai, infatti, a dirsi frequentemente preoccupato, contro l’11,4% dei dirigenti, il 12% degli imprenditori e il 10 % dei liberi professionisti. Il sondaggio indaga poi sulle responsabilità degli incidenti: il 41% punta il dito contro gli imprenditori, ritenendoli responsabili della mancata applicazione delle norme di sicurezza, la rimanente frazione del campione si divide sostanzialmente a metà fra coloro che rimproverano all’autorità pubblica l’assenza di controlli, e coloro che incolpano gli operai di non seguire le norme di sicurezza.

Dalla lettura globale dei dati emerge un «sentimento di inquietudine dell’opinione pubblica», circostanza che, a pensarci bene, non dovrebbe sorprendere. È infatti italiano il primato delle morti sul posto di lavoro: le stime ufficiali parlano di circa un milione di incidenti l’anno, per un bilancio di oltre mille morti. Cifre destinate a crescere se si tiene conto di coloro che sono impiegati nel lavoro nero, dove, secondo l’Inail, si verificherebbero almeno 200mila casi.

La ricerca di Demos arriva in un periodo di svolta per gli incidenti sul lavoro. È di pochi giorni fa, infatti, il rinvio a giudizio a carico di Harald Espenhahn, amministratore delegato della Thyssen Krupp. L’assoluta novità è costituita dal capo d’imputazione: non omicidio colposo, ma omicidio volontario con dolo eventuale. Per la prima volta nella storia delle morti bianche, si riconosce, non la semplice colpa di non aver preso le misure idonee ad evitare che l’incidente si verificasse, ma la precisa consapevolezza di ciò che avrebbe potuto verificarsi.

Un grande passo in avanti per la nostra società, ma una magra consolazione per tutti coloro che, uscendo di casa la mattina, non sanno se vi faranno ritorno.

I.G.