4 maggio 2024
Aggiornato 23:00
Analisi del prof. Daniele Rama (Osservatorio Latte–Università Cattolica) per Fieragricola

«Aumento quote latte? L'Unione Europea ha riconosciuto la situazione deficitaria dell’Italia»

Secondo il direttore dell’Osservatorio Latte della Smea, l’Alta scuola in economia agroalimentare dell’Università Cattolica, può considerarsi un «fatto positivo» l’incremento delle quote per l’agricoltura italiana

«Questo aumento del 5,8 per cento delle quote latte concesso all’Italia da subito corrisponde all’aumento che per gli altri Stati è stato deliberato scaglionato di qui al 2013. L’Unione europea ha riconosciuto dunque il lavoro del ministro per le Politiche agricole Luca Zaia e soprattutto la particolare situazione deficitaria nella produzione del nostro Paese».

Così ha commentato il professor Daniele Rama, direttore dell’Osservatorio Latte della Smea, l’Alta scuola di Economia agroalimentare dell’Università Cattolica, sull’esito del negoziato agricolo condotto a Bruxelles dai ministri dei 27 Paesi dell’Unione europea.

«L’aumento del 5,8 per cento può considerarsi un fatto positivo – ha proseguito Rama – e lo sarà tanto più se il ministero per le Politiche agricole (come già chiarito dal ministro Luca Zaia ndr) e le Regioni investiranno questo «pacchetto» di quote per regolarizzare le posizioni dei produttori. Questo aumento deve essere interpretato come un «atterraggio morbido» in vista della liberalizzazione del mercato dopo il 1° aprile 2015».

Sul fronte del prezzo, il professor Rama ha cercato di tranquillizzare il mondo agricolo. «E’ comprensibile la preoccupazione dei produttori e delle cooperative – ha sostenuto – ma bisogna allo stesso tempo sottolineare che il prezzo del latte è influenzato anche dall’andamento del segmento caseario».
Questo significa che a fronte di un aumento delle quote la risposta del mercato potrebbe non essere penalizzante per i produttori.