«Oggi l'Italia si è svegliata»
Con queste parole è intervenuta questa mattina Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del PD, in merito alla Legge Gelmini durante la diretta televisiva su YouDem.tv
«Un riforma che non è stata discussa con nessuno». Con queste parole è intervenuta questa mattina Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del PD, in merito alla Legge Gelmini durante la diretta televisiva su YouDem.tv.
Per la Finocchiaro non si tratta solo di una riforma sbagliata, frettolosa e basata solo sui tagli indiscriminati ma soprattutto di una riforma cieca, bloccata e non discussa con nessuno. «Le parti in causa, gli studenti, gli insegnanti, le istituzioni. Nessuno è stato interpellato. Questo è un chiaro segnale del clima politico in cui si vive. Se in Parlamento si chiede del tempo per discutere, ci viene concesso solo perché la parola 'tempo' è un concetto che non viene adoperato. La maggioranza siede nel Parlamento solo per approvare quanto voluto dal governo e non per discutere. E' così che funziona. La discussione è pericolosa anche perché qualcuno potrebbe introdurre una piccola questione che potrebbe far rompere il giocattolo, far pensare, interrompere l'equilibrio».
La Finocchiaro condivide quanto annunciato stamattina dal leader Walter Veltroni di ricorrere al referendum abrogativo della legge Gelmini. «Il referendum è uno strumento fondamentale se usato con parsimonia. Utile per l'Italia a prescindere da connotazioni politiche. Per questo il PD non vuole mettere il cappello sopra la paternità del referendum stesso. Anzi ci auguriamo la creazione di comitati spontanei che servano alla proposta e alla discussione eliminando la brutta abitudine metodologica di come questo governo affronta le riforme! Mi auguro inoltre che siano le stesse scuole e università i luoghi di incontro e di dibattito per il futuro del Paese».
La senatrice del PD si fa portavoce di una proposta unitaria che veda una vera riforma delle istituzioni del sapere. «La riforma sulla scuola e l'università ha visto già otto anni di sperimentazione e il fatto che nessuno di questo governo si sia posto la domanda di integrare il lavoro svolto, di sentire i diretti interessati, di pensare in maniera collegiale è una chiara testimonianza dell'assenza di collegamento con le istituzioni e con il mondo reale».
«So bene – ha continuato la Finochiaro – che il referendum non si può fare sulle leggi finanziarie. Il referendum abrogativo proposto da Veltroni non riguarda solo la legge Gelmini, ma mira a risolvere una preoccupazione generale. I tagli delle finanze non sono l'unico problema. Non ci si rende bene conto delle molte conseguenze dei tagli indiscriminati. La sperimentazione è a rischio. Molte scuole chiuderanno creando un'ondata di pendolarismo studentesco sinceramente ingiustificato. Quello che noi chiediamo è che si destinino risorse commisurate all'importanza strategica della scuola».
Provocata da una domanda Nino Bertoloni Meli, giornalista de «Il Messaggero», sul fatto che, nonostante tutte le proteste, l'interesse di molti italiani continua ad essere latitante e il consenso del premier ancora intoccato, la Finocchiaro ha spiegato che «Berlusconi fa apparire tutto rassicurante e semplice. La scuola elementare, sebbene sia tra le migliori al mondo, diventa oggetto di tagli perché è facile agire così. La stessa cosa era stata fatta con l'esercito in nelle strade. Si crea la paura e poi la si cura con l'antidoto. Oggi ci riporta il maestro unico così caro alle generazioni passate, riproponendo l'immagini tratte dal libro «Cuore». Che questo significhi 132.000 persone espulse dalla scuola e il taglio di qualche miliardo dai finanziamenti diventa solo un corollario di poco valore. La gente si fida di questo modo di fare. Occultare la realtà che è l'emblema di questo governo. Ma hanno fatto male i conti. Oggi l'Italia si è svegliata dal sonno in cui era stata indotta».
Il rovescio della medaglia sta nel fatto che si continua a parlare della fuga dei cervelli. «Nonostante tutto, dalla scuola e dalle università si formano talenti e intelligenze che vengono apprezzati all'estero. Questi sono l'esempio del paradosso italiano: si emerge anche nelle condizioni più difficili se non impossibili».
Un ultimo pensiero, la Finocchiaro lo rivolge all'altra grande riforma sul piatto dell'agenda politica: quella elettorale in vista delle prossime elezioni europee. «Noto troppi equivoci, soprattutto strumentali».
Per Berlusconi fissare lo sbarramento al 5%, con liste senza preferenze, significa diventare il signore assoluto del Pdl. Chi comanda decide e così si inglobano piccoli partiti che non passerebbero il blocco e si eliminano altri che sarebbero indigesti.
«Già l'attuale legge elettorale nazionale – ha concluso - è una vergogna perché elimina la rappresentanza parlamentare del rapporto diretto tra eletto ed elettore. Si mette nelle mani del segretario del partito le sorti del parlamentare, troppo impegnato nel ottenere la fiducia del proprio leader piuttosto che quella dell'elettore che lo ha votato. Lo sbarramento alto elimina la rappresentanza compiuta. Invece, evitando la polverizzazione dei partiti, occorre garantire la rappresentanza delle donne».
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