8 maggio 2024
Aggiornato 22:30
Lavoro

Fammoni (Cgil): «Cade silenzio su gravi misure riforma processo»

«Aperta strada depotenziamento articolo 18»

«Finalmente è caduto il silenzio sulle gravi misure di ‘riforma’ del processo del lavoro». È il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, a intervenire in merito alla discussione in corso presso la commissione Lavoro della Camera sul ddl 1441 quater collegato alla manovra finanziaria.

«Così come da noi denunciato già in estate nel totale silenzio mediatico, oggi finalmente si alza il velo», dice il dirigente sindacale nell’indicare le «gravi misure» di riforma: «La modifica del processo del lavoro, infatti, trasforma il giudice nel semplice notaio della volontà insindacabile dell’impresa sulle assunzioni, sulla qualificazione del rapporto di lavoro, su trasferimenti e licenziamenti e, allo stesso tempo, priva il lavoratore delle garanzie essenziali, sia sul piano delle certezze contrattuali che su quello dell’esigibilità della giurisdizione».

«L’ideologia del ‘deregolare semplificando’, - commenta - nella quale questo governo eccelle, si traduce anche in questo caso nella riduzione delle tutele del lavoratore, cercando di privare il giudice della possibilità di intervenire nel merito». La conferma per Fammoni arriva dallo stesso relatore delle legge «quando dice che ‘verrà limitato l’intervento del giudice che sarà portato ad occuparsi solo della legittimità’, in altre parole il Governo tenta di seguire una strada che cambia le regole vigenti in caso di licenziamenti illegittimi». Si apre così per il sindacalista, «in maniera surrettizia», anche «una strada al depotenziamento della tutela dell’articolo 18 in caso di licenziamenti illegittimi, o come nel caso del cosiddetto arbitrato ‘secondo equità’ alla deregolazione dei contenuti contrattuali».

«Non ci siamo mai sottratti alla necessità di snellire e velocizzare il processo del lavoro – conclude il segretario confederale della Cgil - ma il progetto attuale è tutt’altro, si tratta di una manovra grave che cancella tutele per le persone e mortifica l’indipendenza della magistratura. Non ci fermeremo di fronte a questi tentativi di manomissione del diritto e del processo del lavoro, ricorrendo a tutte le sedi utili per far valere la cultura ed il diritto del lavoro». Il 21 ottobre, infatti, la Consulta giuridica della Cgil incontrerà al Cnel parlamentari, operatori del diritto e rappresentanze sindacali, per denunciare quanto sta avvenendo e costruire la mobilitazione necessaria.