26 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Politiche europee | Crisi del debito

Monti a Helsinki: L'Italia potrebbe aver bisogno dello scudo

Chi insorge è Berlino, almeno a leggere lo Spiegel, che sul tema dell'Esm parla di «rotta di collisione» tra Monti e Merkel. Lettura che lo stesso Monti smentisce: «Nessuno scontro, il dibattito è in corso e le posizioni potranno evolvere»

HELSINKI - Il ricorso allo scudo anti spread, la licenza bancaria all'Esm, il ruolo della Bce. Nella conferenza stampa con il premier finlandese Jyrki Katainen, Mario Monti affronta tutti i temi più spinosi della delicata trattativa europea su come affrontare la crisi. Lo fa con nettezza, proprio di fronte al più 'rigorista' tra i suoi omologhi europei, che però mostra pubblicamente una sintonia di vedute inaspettata alla vigilia dell'incontro. Chi invece insorge è Berlino, almeno a leggere lo Spiegel, che sul tema dell'Esm parla di «rotta di collisione» tra Monti e Merkel. Lettura che lo stesso Monti smentisce: «Nessuno scontro, il dibattito è in corso e le posizioni potranno evolvere».

Con sullo sfondo il lago che circonda la Kasaranta, la residenza del premier ad Helsinki, Monti può dire che con Katainen «siamo d'accordo sul doppio binario: fare i compiti a casa e trovare una soluzione europea» alla crisi. E il premier finlandese condivide l'impostazione italiana, spiegando che «l'Europa deve abbassare i tassi di interesse» sui debiti sovrani riconoscendo che «i rendimenti dei titoli di Stato di alcuni Paesi, come l'Italia, sono eccessivamente elevati» a causa del «quadro generale». Lo stesso argomento che Monti propugna da tempo, e che - spiega il premier con una nettezza mai usata prima - potrebbe determinare in futuro il ricorso dell'Italia allo scudo anti-spread: nessuna necessità di un bail-out per l'Italia, ma il ricorso allo scudo «sarà necessario, forse, in relazione alla lentezza con la quale i mercati comprendono gli sforzi compiuti e i risultati raggiunti».

Ma l'opzione del ricorso allo scudo non è certo la prima che l'Italia prende in considerazione. Come spiegano fonti della delegazione, «è inutile chiedere un meccanismo se al tempo stesso si dice che non lo si userà mai...». Insomma, dire che l'Italia potrebbe attivare lo scudo serve prima di tutto ad allontanare questa prospettiva. E sullo stesso principio si fonda la seconda puntualizzazione fatta da Monti, stavolta sulla natura dello scudo stesso: se costruito con tutti i crismi, basterebbe di per se stesso ad aiutare «de facto» l'Italia. Ovvero, se il bazooka sarà veramente 'big', la sua stessa esistenza avrebbe un effetto deterrente contro gli speculatori, e anche in questo caso allontanerebbe la prospettiva di una richiesta italiana. Per questo Monti affronta il tema delicatissimo della licenza bancaria al futuro Esm: «Penso che aiuterebbe, e credo che questo a tempo debito succederà». La convinzione del Professore, spiegano dalla delegazione, è che «nel giro di 4, 6 mesi anche i rigoristi si convinceranno della necessità di consentire all'Esm di agire come una banca». E dunque di avere accesso ai fondi, potenzialmente illimitati, della Bce: lo spauracchio che potrà davvero fermare la speculazione. Non ci si riuscirà subito, ma «nel momento in cui sarà percepito da parte delle autorità responsabili europee che un rafforzamento delle attività dell'Esm è necessario», spiega Monti.

Ma la sola ipotesi scatena immediatamente la reazione dei media tedeschi, con 'Der Spiegel' che aggiorna immediatamente l'edizione online con le parole di Monti parlando di «rotta di collisione» perchè «il capo del governo italiano si ostina sull'idea di fornire mezzi illimitati allo scudo di salvataggio dell'euro», scrive Spiegel, «ma il governo federale respinge con veemenza questa ipotesi». Del resto, durante la conferenza stampa ad Helsinki Monti aveva assestato anche una stoccata al presidente della Bundesbank Jens Weidmann, che oggi - alla vigilia del decisivo direttorio della Bce - ha invitato l'Eurotower a non oltrepassare il suo mandato nell'acquisto di titoli di Stato. La risposta del premier è gelida: «Desidero solo che tutti i componenti del sistema europeo delle banche centrali mostrino lo stesso rispetto per le decisioni e l'indipendenza della Bce che mostrano i governi».

Insomma, se al termine del colloquio con Katainen Monti si è mostrato più che soddisfatto dell'esito, e fonti della delegazione confermavano un clima di comprensione reciproca inaspettato, sembra che il bilaterale con Angela Merkel fissato per agosto sarà più duro del previsto. Se Katainen non ha contraddetto le affermazioni di Monti, infatti, stamattina il Consiglio dei ministri tedesco si è pronunciato con nettezza contro la concessione della licenza bancaria. E su questo delicato punto si giocherà la trattativa dei prossimi mesi. Che passa anche per le condizioni di attivazione dello scudo: con Berlino che sembra voglia subordinare la licenza alla richiesta ufficiale dell'Italia dello scudo, con la conseguente firma di un memorandum di intesa. Ma Monti, interpellato in serata dai giornalisti italiani, smorza i toni: «Nessuno scontro con Berlino. Sul tema della licenza bancaria, come su altri, ci sono opinioni diverse, e, come su altri, le posizioni potranno evolvere nel corso del tempo».

In attesa dell'incontro Monti-Merkel, domani il premier vedrà a Madrid lo spagnolo Mariano Rajoy, interessato a sua volta all'attuazione dell'altra decisione dell'ultimo Consiglio Ue: il salvataggio diretto delle banche.