7 maggio 2024
Aggiornato 06:30
«Un governo tecnico? In Italia di fatto c'è già»

Monti: L'Italia è governata da un «Esecutivo tecnico sopranazionale»

Cicchitto: «Monti conferma che anche i tecnici sono schierati». Di Pietro: «Berlusconi commissariato, servono le elezioni». Bersani: «Vogliamo la verità su richieste BCE»

ROMA - Un governo tecnico? In Italia di fatto c'è già visto che in questa crisi, invece che dibattere e adottare con convinzione misure da tempo necessarie, l'attuale esecutivo ha lasciato che tali scelte venissero imposte da un «governo tecnico sopranazionale» europeo. Perdendo tempo prezioso che avrebbe attenuato l'impatto della crisi sul Paese, e dando dimostrazione di «scarsa dignità» proprio mentre occorrerebbe un pò di «patriottismo economico». E' Mario Monti, da molti indicato come un possibile capo di un prossimo governo di salvezza nazionale, a commentare in un editoriale per il Corriere della Sera, l'attuale, delicatissima, fase politica ed economica per l'Italia.
«La sequenza iniziata ai primi di luglio con l'allarme delle agenzie di rating e proseguita con la manovra, il dibattito parlamentare, la riunione con le parti sociali, la reazione negativa dei mercati e infine la conferenza stampa di venerdì, deve essere stata pesante per il presidente Berlusconi e per il ministro Tremonti. Essi sono stati costretti a modificare posizioni che avevano sostenuto a lungo, in modo disinvolto l'uno e molto puntiglioso l'altro, e a prendere decisioni non scaturite dai loro convincimenti ma dettate dai mercati e dall'Europa. Il governo e la maggioranza - sottolinea Monti - dopo avere rivendicato la propria autonoma capacità di risolvere i problemi del Paese, dopo avere rifiutato l'ipotesi di un impegno comune con altre forze politiche per cercare di risollevare un'Italia in crisi e sfiduciata, hanno accettato in questi ultimi giorni, nella sostanza, un «governo tecnico». Le forme sono salve. I ministri restano in carica. La primazia della politica è intatta.
Ma le decisioni principali sono state prese da un «governo tecnico sopranazionale» e, si potrebbe aggiungere, «mercatista», con sedi sparse tra Bruxelles, Francoforte, Berlino, Londra e New York».

Monti , pur vedendo «tutti i vantaggi di certi «vincoli esterni», soprattutto per un Paese che, quando si governa da sé, è poco incline a guardare all'interesse dei giovani e delle future generazioni» vede «anche, in una precipitosa soluzione eterodiretta come quella dei giorni scorsi, quattro inconvenienti».

1) Scarsa dignità. Anche se quella del «podestà forestiero» è una tradizione che risale ai Comuni italiani del XIII secolo, dispiace - spiega Monti - che l'Italia possa essere vista come un Paese che preferisce lasciarsi imporre decisioni impopolari, ma in realtà positive per gli italiani che verranno, anziché prenderle per convinzione acquisita dopo civili dibattiti tra le parti. In questo, ci vorrebbe un po' di «patriottismo economico», non nel fare barriera in nome dell'«interesse nazionale» contro acquisizioni dall'estero di imprese italiane anche in settori non strategici (barriere che del resto sono spesso goffe e inefficaci, una specie di colbertismo de noantri ).

2) Downgrading politico. Secondo Monti quanto è avvenuto nell'ultima settimana non contribuisce purtroppo ad accrescere la statura dell'Italia tra i protagonisti della scena europea e internazionale. Questo non è grave solo sul piano del prestigio, ma soprattutto su quello dell'efficacia. L'Unione europea e l'Eurozona si trovano in una fase critica, dovranno riconsiderare in profondità le proprie strategie. Dovranno darsi strumenti capaci di rafforzare la disciplina, giustamente voluta dalla Germania nell'interesse di tutti, e al tempo stesso di favorire la crescita, che neppure la Germania potrà avere durevolmente se non cresceranno anche gli altri. Il ruolo di un'Italia rispettata e autorevole, anziché fonte di problemi, sarebbe di grande aiuto all'Europa.

3) Tempo perduto. Per il presidente della Bocconi Nella diagnosi sull'economia italiana e nelle terapie, ciò che l'Europa e i mercati hanno imposto non comprende nulla che non fosse già stato proposto da tempo dal dibattito politico, dalle parti sociali, dalla Banca d'Italia, da molti economisti. La perseveranza con la quale si è preferito ascoltare solo poche voci, rassicuranti sulla solidità della nostra economia e anzi su una certa superiorità del modello italiano, è stata una delle cause del molto tempo perduto e dei conseguenti maggiori costi per la nostra economia e società, dei quali lo spread sui tassi è visibile manifestazione.

4) Crescita penalizzata. Nelle decisioni imposte dai mercati e dall'Europa, tendono a prevalere le ragioni della stabilità rispetto a quelle della crescita. Gli investitori, i governi degli altri Paesi, le autorità monetarie sono più preoccupati per i rischi di insolvenza sui titoli italiani, per il possibile contagio dell'instabilità finanziaria, per l'eventuale indebolimento dell'euro, di quanto lo siano per l'insufficiente crescita dell'economia italiana (anche se, per la prima volta, perfino le agenzie di rating hanno individuato proprio nella mancanza di crescita un fattore di non sostenibilità della finanza pubblica italiana, malgrado i miglioramenti di questi anni). L'incapacità di prendere serie decisioni per rimuovere i vincoli strutturali alla crescita e l'essersi ridotti a dover accettare misure dettate dall'imperativo della stabilità richiederanno - conclude Mario Monti - ora un impegno forte e concentrato, dall'interno dell'Italia, sulla crescita.

Cicchitto: Monti conferma che anche i tecnici sono schierati - «L'articolo del professor Monti costituisce la conferma che non esistono tecnici neutri ma tecnici che si schierano quando scendono in politica e la sua presa di posizione è un buon contributo contro la mistificazione costituita dai cosiddetti governi tecnici o di transizione che non sono per niente al di sopra o al di fuori delle parti,ma nettamente schierati e che quindi,per diventare governi autentici, devono avere la maggioranza nel Parlamento e nel Paese». E' quanto afferma Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera.
«Quando i tecnici decidono di scendere in politica, rischiano di dimenticare molte cose e anche di cambiare le carte in tavola - osserva Cicchitto -. E' il caso del professor Monti e del suo articolo sul Corriere della Sera di oggi. A suo tempo è stato proprio Giulio Tremonti, in un libro che il professor Monti dovrebbe conoscere, ad avvertire i pericoli insiti in una globalizzazione priva di regole e di una forte governance che solo la dimensione politica potrebbe assicurare. E' stato poi il governo Berlusconi sin dal 2008 ad andare incontro anche all'impopolarità per adottare una politica di rigore che evitasse all'economia italiana i guai derivanti da una spesa pubblica facile e dai conseguenti riflessi di carattere internazionale. Il professor Monti rimuove tutto ciò, finge di dimenticare che lo tzunami finanziario oggi in atto colpisce tutto e tutti, compresi gli Stati Uniti d'America e ha anche colto di sorpresa, soprattutto i tecnici, che non hanno saputo prevedere quasi nulla. Il professor Monti arriva ad attaccare il governo per mancanza di dignità e di 'patriottismo' quando dovrebbe sapere, visto che è stato Commissario europeo nominato dal precedente governo Berlusconi - che la gestione dell'euro condiziona tutti gli Stati Europei e li costringe a ricercare intese difficili e defaticanti».

Di Pietro: Berlusconi commissariato, servono le elezioni - «Mercoledì scorso Berlusconi si è presentato di fronte al Parlamento, ha raccontato che tutto andava bene, che le famiglie italiane erano ricche, l'economia solida e dunque buone vacanze a tutti. Due giorni dopo è stato portato per le orecchie dalla Ue e dalle istituzione economiche internazionali in una conferenza stampa dove ha detto il contrario e ha accettato di anticipare la manovra, come fino a quel momento aveva escluso di fare. Questo significa una cosa sola: che in Italia c'è un governo commissariato, squalificato, privo di autorità e autorevolezza». Lo scrive sul suo blog il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.
«L'Italia è oggi sotto tutela della Ue e un governo sotto tutela non è libero, non è democratico e non è in grado di restituire quella fiducia di cui la nostra economia ha bisogno per non affondare - insiste Di Pietro -. Politicamente, Berlusconi è una persona incapace di intendere e di volere, perché non conosce e non capisce più niente della realtà del suo Paese. Rappresenta un ostacolo sulla via della risoluzione di questa crisi che il suo governo ha contributo ad aggravare moltissimo perché ha cercato fino all'ultimo di negarla».
«Per questo - conclude Di Pietro - Berlusconi dovrebbe rendere per la prima volta un servizio patriottico al suo Paese e andarsene. Dopo di che, prima si va alle elezioni e prima ci si libera di questo Parlamento composto in larga parte da gente che si vende per 30 denari e meglio è».

Bersani: Vogliamo la verità sulle richieste della BCE al Governo - «Vogliamo la verità. E' incredibile e inaccettabile che l'opposizione non abbia avuto fin qui comunicazione alcuna sui vincoli ai quali la comunità europea e internazionale ci sta sottoponendo. Al di la di indiscrezioni, nessuna comunicazione formale è stata data ne a noi, ne all'opinione pubblica. Che cosa davvero e precisamente ci stanno chiedendo la Bce e le istituzioni internazionali? Un governo impotente, totalmente screditato e ormai commissariato dica almeno qual è la situazione reale». Lo afferma Pier Luigi Bersani, segretario nazionale del Partito Democratico.
«Lo ripeto: se dobbiamo discutere per la salvezza del paese vogliamo la verità. Non accettiamo più il balletto indecente delle menzogne e dei diversivi - conclude il leader del Pd - che ci hanno portati a questo disastro.»

La Cgil: Trasparenza su comunicazioni BCE - «L'insistente notizia che vi sarebbe una comunicazione formale della Bce che indica al Governo le misure da prendere, dà corpo alla preoccupazione che si stia vivendo ormai in un Paese commissariato e privo di autonomia». Lo afferma in una nota la Cgil.
«Non è dunque un problema di forma - prosegue la nota - ma di correttezza democratica: si renda nota senza omissioni la comunicazione o la lettera della Bce. Cosi ciascuno potrà in trasparenza valutare a che punto di crisi è giunto il Paese senza il velo delle continue omissioni e menzogne del Governo».

Fava (Lega): Poteri forti vicini al Pd puntano allo sfascio - «Abbiamo un forte sospetto sul fatto che i gruppi finanziari, i poteri forti e i salotti buoni vicini al Pd abbiano degli interessi inconfessabili a peggiorare ulteriormente la situazione del nostro Paese, per prendere parte al grande gioco della speculazione internazionale. Del resto, al momento, la disponibilità del Pd a condividere soluzioni comuni per il superamento della crisi appare finta e del tutto virtuale, ad uso e consumo solo dei media. Nei fatti concreti hanno mantenuto un atteggiamento, se possibile, peggiore di quello dell'Idv». Lo afferma il deputato della Lega Nord Gianni Fava.
«E' desolante vedere che il partito d'opposizione, numericamente più consistente, sia dal punto di vista politico quello più inconsistente - attacca Fava -. Si limita a perseguire la tattica del tanto peggio tanto meglio, noncurante di mettere a repentaglio il destino del nostro Paese, delle famiglie e delle imprese sull'altare di un proprio ed esclusivo tornaconto partitico».

Speciale Tg1 e Tv7 raccontano la crisi - Vista la crisi globale, il declassamento dell'America, l'inquietudine delle borse mondiali, Speciale Tg1 è interamente dedicato questa sera a quanto sta accadendo nel mondo, cercando di capire quali sono i possibili esiti di questa crisi e gli effetti sulla nostra vita quotidiana. Lo rende noto un comunicato dell'ufficio stampa della Rai.
«Speciale Tg1 e Tv7, come sempre, non dimenticano l'attualità, e con appuntamento bisettimanale terranno informato il pubblico su ciò che succede, in un momento in cui l'economia e la politica stanno cercando di affrontare una crisi mondiale dagli esiti ancora incerti. Come sempre in studio in diretta Monica Maggioni».