19 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Calcio

Milan: futuro incerto per Boban e Maldini

L’esonero di Giampaolo è stato necessario, ma l’allenatore abruzzese potrebbe essere stato solo il primo della lista a Milanello

Paolo Maldini e Zvonimir Boban a consulto: riusciranno a restituire il Milan al grande calcio?
Paolo Maldini e Zvonimir Boban a consulto: riusciranno a restituire il Milan al grande calcio? Foto: ANSA

MILANO - La prima stagione da dirigenti del Milan non si sta rivelando semplice per Paolo Maldini e Zvonimir Boban, ex campioni rossoneri, chiamati a fare da reggenti del club con cui tanti trionfi hanno vissuto da calciatori e che ora fatica non poco a risalire dopo la fine dell’epopea berlusconiana, il breve e dannoso interregno cinese e l’inizio della presidenza del fondo statunitense Elliott. Maldini e Boban, nonostante la buona volontà e l’innegabile amore verso il Milan, stanno confermando tutti i limiti di una dirigenza giovane ed inesperta, oltre ad attirarsi ira, frustrazione e irritazione di una tifoseria esasperata dopo 8 anni di buio.

Calciomercato

Certo, le responsabilità di Boban e Maldini nascono la scorsa estate e a loro non sono certo ascrivibili quelle delle stagioni scorse, ma è chiaro ed evidente come anche a parole (oltre che con i fatti) i due ex fuoriclasse milanisti stiano andando nella direzione contraria a quella sperata dal popolo rossonero, ansioso di tornare a quei livelli che da sempre hanno contraddistinto il club milanese. La campagna acquisti estiva, ad esempio, ha deluso non poco i sostenitori del Diavolo: seppur con le limitazioni imposte dal Fair Play Finanziario, infatti, il calciomercato è stato insoddisfacente, soprattutto perché la dirigenza non ha accontentato in toto le richieste del tecnico, quel Marco Giampaolo, scelto con veemenza da Maldini e poi poco supportato sia negli acquisti che nelle difese dopo l’avvio disastroso in campionato.

Allenatori

Ai due dirigenti sta mancando l’esperienza, quel pelo sullo stomaco che fa la differenza in sede di campagna acquisti (la vicenda Sensi, ad esempio, poteva e doveva essere gestita meglio dal Milan), ma anche nella gestione della squadra, perché pure il trattamento riservato a Giampaolo, sedotto ed abbandonato in appena tre mesi, protetto superficialmente da Maldini e presto sfiduciato da Boban prima di un esonero comunicato telefonicamente quando ormai tutta Italia ne era a conoscenza, non è apparso quello che si conviene ad una grande società. La vana ricerca di arrivare a Luciano Spalletti e la virata su Stefano Pioli hanno poi definitivamente mandato i tifosi su tutte le furie, tanto che proprio gli ex idoli Boban e Maldini sono finiti sul banco degli imputati con pesanti accuse e la richiesta di accomodarsi fuori dagli uffici milanisti per far posto a qualcuno più competente.

Futuro

Al di là delle competenze, onestamente ingiudicabili da chi è al di fuori di certe realtà professionali, qualche ragionamento sulla coppia dirigenziale lo stanno facendo anche al Milan, in particolar modo a Ivan Gazidis è stato chiesto di vigilare sull’operato di Boban e Maldini, perché se è vero che Giampaolo ha fallito su tutta la linea, è altrettanto palese che le colpe ascritte al tecnico non possano essere le uniche nel disastro rossonero. La dirigenza non ha operato in maniera soddisfacente sul mercato, tanto che lo stesso Boban ha più volte ammesso il mancato arrivo di qualche elemento di esperienza e personalità, ma si sta dimostrando anche confusa ed approssimativa nella gestione comunicativa e tecnica del club.

Riflessioni

I tifosi sono stufi e innervositi dai discorsi ambiziosi («Vogliamo riportare il Milan in alto»), mai suffragati dai fatti, quasi tutti lamentano la poca esperienza alla guida di un club così prestigioso, in molti ripiangono il polso di Galliani e Braida, ma anche la bravura e la competenza di Leonardo. Ogni decisione su Boban e Maldini è naturalmente rimandata alla fine della stagione, ma l’impressione negli ambienti milanisti è che i due siano fortemente sotto la lente di ingrandimento della proprietà e che un clamoroso ribaltone a giugno potrebbe essere un’ipotesi non più così remota.