Milan: non è la sconfitta l'elemento più preoccupante
La batosta nel derby contro la fortissima Inter poteva essere messa in preventivo, ma la mancata presa di coscienza di dirigenza ed allenatore non tranquillizza
MILANO - Diciamolo chiaramente: il 2-0 nel derby va anche stretto ad un'Inter perfetta, cinica, determinata, cattiva, specchio inconfutabile del suo straordinario allenatore che ha trasmesso la sua innata mentalità vincente ad una squadra ormai pronta alla lotta per lo scudetto. Il Milan, dal canto suo, ha opposto ai nerazzurri ciò che poteva, vale a dire non molto: qualche guizzo dell'evanescente Leao (mangiato fisicamente da Godin) e di Theo Hernandez, per il resto la formazione di uno spaesato Giampaolo non ha retto il confronto contro il più forte ed organizzato avversario cittadino.
Incoscienza
Ciò che però salta maggiormente all'occhio non è la sconfitta con l'Inter che, onestamente, era pure preventivabile, e neanche il ritardo nella tabella di marcia sugli obiettivi posti dall'allenatore, quanto l'assoluta incapacità di tutto il Milan di rendersi conto della situazione che è ad un passo dal baratro. La dirigenza continua a parlare di certezze, di una proprietà solida, forte e con le idee chiare, Boban con una spocchia inversamente proporzionale ai risultati, si vanta di aver scelto il ritorno a Milano convinto dal progetto milanista che, parole del croato, è assai più ambizioso di quanto si dica in giro. Ambizioni che per ora ha visto e compreso solo lui, perchè la squadra arranca e non sembra migliorare, anzi regredisce ad ogni gara.
Realtà
Boban che, assieme al suo compare Paolo Maldini, prosegue con la sua ormai irridente litania, assicurando che il Milan tornerà grande e ai suoi livelli, senza spiegare alla gente quando e come ciò accadrà, ma ragionando come se bastasse quella maglia per rendere i calciatori migliori di quanto in realtà siano. In più, ecco l'assenza di realtà anche dell'allenatore: Marco Giampaolo dimostra partita dopo partita di non aver compreso dove si trovi. E come dargli torto, del resto? Abituato alla tranquillità del centro classifica con la Sampdoria, per il tecnico abruzzese arrivare anche quinto o sesto (la dimensione reale di questo Milan) sarebbe comunque il miglior risultato della sua carriera senza infamia e senza lode.
Pressione
Qualcuno si lamenta del fatto che ormai i tifosi milanisti critichino tutto e tutti, ma a conti fatti è anche comprensibile che ciò che accada, perchè forse proprio i sostenitori rossoneri sono gli unici nel mondo Milan ad aver capito la situazione in cui versa il club milanese. La dirigenza è convinta di riportare in alto la squadra, beati loro, l'allenatore è riuscito a dire che il Milan nel derby è stato all'altezza dell'Inter ed ha perso a causa di piccoli particolari, come se si fosse trattato di una partita vissuta sul filo dell'equilibrio e risolta da un paio di episodi favorevoli ai nerazzurri, dominatori invece di un derby che ha ricordato qualche Juventus-Torino delle scorse stagioni. Dall'interno del Milan, insomma, sembra che ci siano appena alcuni dettagli da sistemare per ritornare a sgomitare nell'alta classifica; la realtà è invece molto più nera e la mancanza di realismo delle alte sfere rossonere è un po' la risposta al disastro che è ormai una triste consuetudine.
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