18 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Calcio | Serie A

Calvario Caldara: per il Milan un inquietante punto di domanda

Per i rossoneri Caldara ora è un problema. L’ennesimo stop per un guaio al polpaccio si annuncia più lungo del previsto: lo rivedremo nel 2019.

Mattia Caldara con la maglia del Milan
Mattia Caldara con la maglia del Milan Foto: ANSA

MILANO - Appena 14 presenza ufficiali. Il bottino che Mattia Caldara avrà collezionato alla fine di questo orripilante anno 2018 sarà di quelli indimenticabili. In negativo ovviamente. E naturalmente definitivo. Si perchè non c’è alcuna speranza che l’ex difensore atalantino possa guarire entro la fine dell’anno dall’ennesimo problema fisico. Stavolta si tratta addirittura di uno strappo muscolare al gemello del polpaccio, problemino non da poco che lo terrà fuori dai giochi per tre mesi.
Questo vuol dire che i tifosi rossoneri, dopo averlo acclamato come un sorta di messia, se non altro per aver preso il posto del «prima amato e poi odiato» Bonucci, dovranno aspettare probabilmente fino a febbraio del nuovo anno per poterlo applaudire per la prima volta a San Siro con la maglia del Milan. Anche perchè ad oggi l’unica uscita da titolare in rossonero è stata in Lussemburgo, in occasione della trasferta vinta di misura sul campo del Dudelange.

Tre mesi di stop
Quello che però oggi inquieta maggiormente lo staff tecnico e sanitario del club di via Aldo Rossi, ma soprattutto il popolo milanista, è capire le reali condizioni fisiche di Mattia Caldara. Da quando è arrivato al Milan questo al polpaccio è il già il terzo infortunio, dopo uno primo stop per problemi alla schiena e il principio di pubalgia che l’ha messo ko proprio quando sembrava essere arrivato il momento di vederlo giocare da titolare anche in campionato.
Se a questo aggiungiamo che anche la seconda parte della stagione scorsa, quella vissuta in maglia atalantina, è stata costellata da problemini fisici costanti (l’anno scorso Caldara si è fermato per ben 3 volte, il 7 febbraio, il 10 marzo e il 29 marzo, sempre per lo stesso infortunio alla schiena), oggi è legittimo oggi interrogarsi sull’effettiva efficacia di questa operazione.
E quella sensazione spiacevole di essere stati raggirati dalla Juventus che prende inesorabilmente corpo.