Scaroni: «Non sarò io il presidente del Milan»
Nella giornata di oggi hanno preso a circolare voci sul possibile nuovo presidente del Milan, su un non ben definito aumento di capitale e sui rischi del passaggio di proprietà da Yonghong Li al fondo Elliott. Teorie smentite dai diretti interessati, compreso Paolo Scaroni, indicato come prossimo numero uno rossonero.

MILANO - «Non sarò il presidente del Milan. Nel Milan c'è un unico proprietario, è presidente della società e non è in discussione in alcun modo il ruolo di presidente. Se un domani dovesse mai porsi il problema non è il mio mestiere fare il presidente di una squadra di calcio. Tanto più che io sono tifoso del Vicenza». Con queste dichiarazioni lapidarie l’ex amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, ha smentito all’Ansa le voci prese a circolare in giornata dopo l’anticipazione di Repubblica secondo cui sarebbe in vista l’ennesimo ribaltone societario in via Aldo Rossi.
Crash test
Malgrado tutte le attenzioni dei sostenitori rossoneri, a meno di 24 ore dal match che potrebbe risollevare le sorti tecniche della squadra, siano concentrate su Milan-Juventus, autentico crash test per i ragazzi di Montella che in caso di vittoria contro i campioni d’Italia potrebbero concretamente ambire ad una risalita in classifica, la notizia del giorno in casa Milan sembra un altra. Secondo quanto riportato da Repubblica in edicola oggi, il mese di novembre dovrebbe rappresentare la dead line per la nuova proprietà, chiamata ad un nuovo aumento di capitale. La teoria del quotidiano romano, respinta categoricamente al mittente dalle parti in causa, parte da un presupposto: nel caso Yonghong Li non riuscisse a coprire l’aumento di capitale di 60 milioni, l’Ac Milan già da novembre potrebbe passare dalla proprietà cinese nelle mani del fondo Elliott, con Scaroni presidente.
Novembre tranquillo
È bastato poco per raccogliere in breve tutte le smentite del caso. Quella dell’ex ad di Eni che abbiamo raccontato, ma anche da via Aldo Rossi hanno ribadito che non è previsto nessun aumento di capitale di 60 milioni entro novembre. È vero che è stato dato mandato al Cda del club per chiedere le tranche dell’aumento di capitale, ma la cifra di 60 milioni deve essere disponibile entro il 30 giugno del 2018. E soprattutto non c’è alcun obbligo, ma è il Cda che valuta di volta in volta.
Facciamo chiarezza
È vero che attorno alla figura nel neo presidente del Milan continua ad aleggiare una fitta coltre di mistero, ma assistere all’ostinata pervicacia con cui alcuni organi di informazione fanno di tutto per cercare lo scoop - spesso e volentieri a scapito della serenità della squadra - è francamente fastidioso. Sarebbe opportuno che qualcuno in società lo facesse presente a chi di dovere, magari anche provando a ripristinare una comunicazione chiara, a scanso di equivoci e fraintendimenti.
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