Donnarumma: ora anche la famiglia apre al rinnovo con il Milan
A parlare è il cognato di Gigio, Carmine Paoletti, autore di quell’improvvido post su Instagram che ha scatenato la reazione dei tifosi rossoneri. Le sue sono parole di distenzione: «Gigio non ha mai detto di voler lasciare il Milan, ha semplicemente chiesto tempo. Credo ci siano i margini per riprendere la trattativa».

MILANO - In attesa di una posizione ufficiale e - si spera definitiva - da parte del diretto interessato, oggi la querelle Donnarumma - Milan fa registrare un nuovo passo verso la riconciliazione. A prendere la parola e strizzare l’occhio alla società è Carmine Paoletti, cognato di Gigione, assurto agli onori delle cronache per un’uscita pubblica su Instagram tanto irrispettosa quanto incongruente in cui prendeva le parti del giovane portiere rossonero attaccando però i vertici di via Aldo Rossi: «Chi ti critica non ti conosce, Milan società di pagliacci».
Un post che ha avuto l’effetto facilmente pronosticabile di scatenare la reazione del popolo milanista che ha preso d’assalto il profilo dello chef Paoletti. Alla fine l’improvvido messaggio è stato cancellato, secondo indiscrezioni proprio su invito di Gigio Donnarumma che avrebbe redarguito pesantemente il cognato intimandogli di cancellare quelle parole: «Ma che hai scritto? Io tifo Milan, non attaccare la mia società».
Beata ingenuità
La frittata però ormai era fatta e ora il tentativo di recuperare la tranquillità perduta da parte di Carmine Paoletti si è materializzato in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Mattino in cui il protagonista involontario di questa situazione ha inscenato la classica caduta dalle nuvole: «Non pensavo che le mie parole potessero avere tanto peso, è stata una reazione istintiva quando ho visto attaccare duramente mio cognato, che conosco da quando aveva 8 anni, da coloro che prima lo osannavano. Ho assistito alle sue recite da bambino, ero accanto a lui quando ha pianto di gioia realizzando il sogno di giocare in Serie A nel club che porta nel cuore, ora lo vedo piangere e star male. Non ho pensato neanche per un istante di mettermi contro una società che ha fatto la storia del calcio. D'altronde non sono un personaggio pubblico, non pensavo a tutta questa risonanza mediatica. Ora arrivano addirittura minacce di morte nell'attività che la mia famiglia gestisce da quattro generazioni».
Voglia di Milan
Preso atto della colpevole ingenuità di Paoletti, sono altre le parole che dovrebbero attirare l’attenzione della dirigenza del Milan e dei tifosi rossoneri, specialmente quelli più inferociti e intransigenti: «La verità è che Gigio non ha mai detto di voler lasciare il Milan. Ha semplicemente chiesto tempo prima di decidere del suo futuro visto che voleva concentrarsi sulla Nazionale. È stato il Milan a dargli l'ultimatum: voleva una decisione nell'immediato. Da lì è partita la reazione mediatica, ma è stata una cosa molto forzata. Ecco perché io ho avuto quello sfogo. Gigio non vuole andar via, era tranquillo del suo contratto in essere ancora per un anno. So per certo che non ha neanche mai chiesto a Raiola se ci fossero altri club interessati a lui: ha sempre visto solo il Milan nel suo futuro. Quest’anno con il Milan era sempre molto triste dopo le sconfitte, ma non ha mai pensato neanche per un attimo di lasciare la squadra, nonostante le difficoltà. Ora che si sta costruendo una rosa competitiva avrebbe dovuto cambiare idea?»
Nuova apertura
E per chiudere, una considerazione sul gesto che ha tanto ha fatto discutere i tifosi rossoneri: «Ha baciato la maglia perché era quello che sentiva e di certo non lo rinnega. Ma investirlo del titolo di bandiera dopo solo un anno da titolare alla sua età mi sembra un carico eccessivo. A volte si porta tutto all'esasperazione. Gigio tiene tanto al Milan. Secondo me se la società si apre al dialogo non vedo motivi per cui il loro rapporto debba finire. A meno che ormai non si sia rotto completamente l'ambiente. A me piace pensare che l'amore vinca su tutto, ma bisogna essere in due».
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