Caso Donnarumma, Raiola attacca: «Tutta colpa di Mirabelli»
Arrivano le prime verità del potentissimo procuratore italo-olandese sul caso del mancato rinnovo di Gigio Donnarumma con il Milan. Per Raiola la situazione è precipitata per l’eccessiva fretta messa da Mirabelli al ragazzo e allo stesso procuratore.

MILANO - Volano gli stracci tra Milan e Mino Raiola sul caso Donnarumma. D’altronde quando una storia così bella come quella del gioiellino rossonero, diventato a poco più di 18 anni uno dei più forti portieri al mondo, viene infangata e insozzata in questo modo, è ovvio che debba finire così.
Ci ha pensato il potentissimo procuratore italo olandese a fare chiarezza, almeno dal suo punto di vista, spiegando perchè Gigio alla fine non accetterà la sontuosa offerta messa sul piatto dalla dirigenza del Milan e non rinnoverà il suo contratto in scadenza nel giugno 2018.
Colpa di Mirabelli
«Dietro questa decisione di Donnarumma c’è la situazione troppo ostile e violenta che si era creata e da cui non si poteva più uscire - afferma Mino Raiola ai microfoni di Rai, Mediaset e Sky -. Lui è stato minacciato, la famiglia è stata minacciata: minacce di non giocare, di morte, striscioni mai tolti dalla società e un atteggiamento passivo nei suoi confronti. E comunque è stata sbagliata la gestione di tutta l’operazione, i toni sono stati sbagliati e i rapporti non sono stati giusti. In particolare tra me e Mirabelli non c'è feeling, siamo su due onde totalmente diverse. Il suo atteggiamento come dirigente non lo accetto, non lo condivido e non glielo permetto».
Troppa fretta
E ancora: «Si è creato un ambiente ostile tra le parti. Siamo stati costretti a prendere delle decisioni che non eravamo pronti a prendere, è per questo che la risposta è stata negativa. Non è mai stato un problema di soldi perchè non non abbiamo mai intavolato una trattativa seria. La clausola rescissoria non era un problema, non è stata nemmeno mai affrontata (falso, visto che Raiola ha addirittura chiesto una clausola rescissoria di 10 milioni ndr.), quando si parla di clausole allora vuol dire che la trattativa è chiusa al 90% ma noi non abbiamo fatto nulla. Probabilmente avrei voluto conoscere il progetto del Milan in modo più graduale, ma comunque avevo già garantito alla società che non saremmo partiti a parametro zero, l'ho sempre detto e pensavo fosse sufficiente almeno per mettere tranquilla la parte patrimoniale della cosa, ma non è stato capito. Forse ho sbagliato io, non sono stato molto convincente, non lo so. E' stato gestito tutto male secondo me».
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