28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
Una Honda e due Yamaha in prima fila ad Austin

Marquez vendicato, Vinales sicuro, Rossi lottatore: una poltrona per tre

Un Marc alla riscossa strappa la pole position al rivale Maverick, che però è convinto di potersi rifare in gara. E poi c'è Valentino, che fa a ruotate con il compagno di squadra e conquista la miglior posizione di partenza dell'anno

La prima fila del GP di Austin: Marc Marquez, Maverick Vinales e Valentino Rossi
La prima fila del GP di Austin: Marc Marquez, Maverick Vinales e Valentino Rossi Foto: Michelin

AUSTIN – Per molti versi, questa era già la sua ultima chance. Se Marc Marquez non fosse riuscito a stare davanti al più giovane conterraneo nemmeno sulla sua pista, ad Austin, avrebbe praticamente dovuto dire addio alle sue chance di difendere il titolo mondiale, alla terza gara dell'anno. Con questa consapevolezza ben fissa in mente, il campione della Honda si è lanciato, a tempo scaduto, nell'ultimo tentativo delle sue qualifiche. Pochi istanti dopo che il suo rivale e capolista iridato aveva staccato il miglior tempo di tutto il weekend: «Ero convinto che bastasse per la pole», ha confessato poi Vinales. In quell'ultimo, disperato giro, Marquez ha dato fondo a tutte le sue doti: la velocità, ovviamente, la spericolatezza, la ferrea determinazione e anche un pizzico di fortuna, quando proprio all'ultima curva ha incontrato davanti a sé il nemico numero uno Valentino Rossi che gli ha involontariamente tirato la scia sul traguardo. E il cronometro ha dato la conferma finale: 2:02.741, 130 millesimi meglio di Top Gun. Pole position, la quinta consecutiva nel Gran Premio delle Americhe, ma anche la più inaspettata e pesante di tutte. «Onestamente non me lo aspettavo – giura Magic Marc – O comunque pensavo che sarebbe stato difficile. Nonostante questo circuito sia adatto al mio stile di guida, ho fatto fatica per tutto il weekend. E sapevo che le Yamaha con la gomma nuova vanno fortissimo. Ma questa è la pista che amo, quindi mi sono detto: 'Proviamoci'. All'ultimo giro ho spinto al massimo, ho dato il meglio e ce l'ho fatta».

Domani la rivincita
Maverick è costretto a levarsi il cappello: «Lui ha dato di più», ammette. Ma, in fondo, non vive questa sconfitta come un dramma: è solo sabato, e i punti veri si guadagnano domani in gara. Già due settimane fa, in Argentina, Marc lo aveva battuto in qualifica; poi, ventiquattr'ore più tardi, aveva finito la sua corsa per terra, a bocca asciutta. Un errore che il campione del mondo in carica è fermamente intenzionato a non ripetere. Non ora, non qui: «In realtà, sul passo gara mi sento meglio che sul giro secco – spiega – Con il team abbiamo cambiato molto l'assetto della moto e passo dopo passo ho ritrovato fiducia. Nelle ultime prove libere mi sono concentrato sulle gomme usate e la simulazione di gara è andata bene». Come a dire che, con la sua Honda messa a punto nel modo migliore, per stare davanti alla Yamaha non sarà più costretto a forzare oltre il limite in frenata, rischiando di sbagliare. Anche Vinales, però, dal canto suo si dice fiducioso nei propri mezzi: «La moto va bene, sono contento, so di poter lottare per la vittoria. Sarà molto importante stare davanti fin dalle prime fasi di gara, ma mi sento bene e penso di essere in grado di andar forte».

Rossi terzo incomodo
E poi, naturalmente, c'è Valentino Rossi, e guai a fare i conti senza di lui. In qualifica si è beccato un distacco di nove decimi dai due alieni spagnoli, ma anche lui in extremis ha sfoderato un tempo di tutto rispetto, sufficiente a farlo infilare in prima fila: nettamente il suo miglior risultato stagionale al sabato. «Un risultato che conta molto – dichiara lui – Anche perché era la prima vera qualifica dell'anno sull'asciutto, e ho dimostrato un buon potenziale anche per il prosieguo della stagione. La moto aveva un buon assetto, sapevo di poter far bene se avessi trovato pista libera, e sono stato fortunato». Contando che nei primi due Gran Premi dell'anno il Dottore ha sempre dimostrato di sapersi trasformare in gara, anche lui va considerato a tutti gli effetti in lizza per la vittoria: «Marc e Maverick hanno un passo un pelo migliore, ma conteranno anche le strategie e la scelta delle gomme. E io ho ancora il warm up per sistemare qualche cosa. Conterà partire forte, fare un bel primo giro e poi si vedrà. La gara è lunga...». Quanto sia difficile avere a che fare con il fenomeno di Tavullia, del resto, Marquez lo sa già benissimo da tempo. E, per la prima volta, anche il suo nuovo vicino di box l'ha scoperto oggi, e a sue spese: quando, alla curva 19, mentre entrambi erano lanciati per i propri giri, ha rischiato il contatto, infuriandosi al suo indirizzo. «Non l'avevo visto – sorride sornione Vale – Poi ha cercato di dirmi qualcosa ma non ho sentito niente. Ne parlerò con lui stasera, con calma». Ecco, caro Maverick, questo vuol dire lottare ruota a ruota con un compagno di squadra come il numero 46. Per conferma, chiedere a Jorge Lorenzo...