Milan, e se il problema fosse Bacca?
Il capocannoniere del Milan continua a rivelarsi inutile alla manovra rossonera. Se non timbra il cartellino, il suo apporto alla squadra è nullo e lo sviluppo del gioco inevitabilmente ne risente. Magari è il caso di dare un po’ di fiducia in più al bomber di scorta Lapadula, pronto a sgomitare e lottare per la maglia.
MILANO - Si può arrivare a mettere in discussione il capocannoniere della squadra, l’uomo che con una media gol più che dignitosa sta comunque facendo il suo dovere? Certo che si può, specie se il personaggio in questione si chiama Carlos Bacca, di professione fa il centravanti e soprattutto è stato pagato la bellezza di 30 milioni poco più di dodici mesi.
Ora, tralasciamo il fatto che con il suo impuntarsi e rifiutare fino alla fine il trasferimento al West Ham la scorsa estate ha di fatto scompaginato i piani già piuttosto maldestri di un sempre più confuso Adriano Galliani (costringendo alla panchina perenne il bomber Lapadula acquistato per 9 milioni con il compito di sostituire Bacca al centro dell’attacco rossonero e togliere di fatto 30 milioni al budget di mercato del Milan), ma all’ordine del giorno c’è proprio il suo rendimento in campo.
6 gol in 10 partite
Anche in questo caso vale la pena affidarsi ai numeri, per non correre il rischio di esporsi ad insulti e minacce da parte del gruppo di «contras-ultras» nato in difesa dell’attaccante colombiano. In questa stagione Bacca ha segnato 6 gol in 10 partite (ma i primi 3 tutti insieme all’esordio contro il Torino, poi solo altre tre reti in 9 incontri) due delle quali sono arrivate dal dischetto del rigore. Carlitos non timbra il cartellino da 171 minuti, quando trasformò in oro un rigore conquistato con fantasia e intraprendenza da Niang. E fin qui siamo alla fredda cronaca.
L’analisi oltre i numeri
Poi ci sono le analisi tecnico-tattiche e qui la faccenda si complica. Perchè al di là del fatto che Bacca riesce a segnare solo gol facili, favorito dalle idee geniali di qualche suo compagno di squadra, il suo apporto al gioco di squadra è pressochè nullo: non pressa, non tiene un pallone, non detta un passaggio, non fa un movimento degno di nota, di testa non la prende mai e soprattutto è sempre la squadra ad aiutare lui, mai lui ad aiutare la squadra. Aspetto che un vecchio volpone delle aree di rigore come Vincenzo Montella aveva analizzato per bene prima di firmare con il Milan, tanto da dare il suo assenso alla cessione del 70 rossonero in estate.
Ora tocca a Carlos
Certo, poi te lo ritrovi in rosa e lo fai giocare, a maggior ragione se alla prima giornate ne mette tre, ma la sensazione è che l’effetto terapeutico della panchina punitiva che il tecnico milanista aveva rifilato a Bacca contro la Sampdoria sia già esaurito. Forse ne occorrerebbe quanto meno un’altra, magari già domenica pomeriggio contro il Pescara, anche per provare a dare un po’ di ritmo e gamba al centravanti di scorta di casa Milan, quel Gianluca Lapadula che nei pochi minuti in cui è stato impiegato ha dato dimostrazione di essere pronto a lottare e sputare sangue per la maglia rossonera. E chissà che, minacciato dalla crescita del centravanti ex-Pescara, anche Bacca non ritrovi la voglia di combattere e darsi da fare per portare il club di via Aldo Rossi in Europa. Tutti se lo aspettano, ora tocca a lui.