Juventus, ecco il piano per Donnarumma
Si continua a parlare con insistenza del possibile futuro di Donnarumma alla Juventus. L’ex bianconero Tacconi suggerisce addirittura la cifra da mettere sul piatto per strappare Gigio al Milan, 60 milioni. Da via Aldo Rossi invece regna il silenzio, causato da un vuoto di potere che rischia di essere pericoloso.
MILANO - Le indiscrezioni che accostano Gianluigi Donnarumma alla Juventus si fanno sempre più insistenti e ossessive. Non passa giorno senza che qualcuno, addetti ai lavori, opinionisti, esperti di mercato, semplici tifosi, non arrivi a disegnare scenari lugubri - almeno in ottica rossonera - sul futuro di Gigio lontano da Milanello.
Oggi è toccato alla Gazzetta dello Sport analizzare una situazione che sta iniziando a diventare pesante per i protagonisti coinvolti nella vicenda.
Gigio come Higuain
La Rosea si è presa la briga di scandagliare il terreno per capire chi potrebbe essere il sostituto ideale di Gigi Buffon e la risposta del grande ex bianconero Stefano Tacconi è stata chiara: «In giro ne vedo solo uno all’altezza ed è il portiere del Milan, perché serve uno che metta a posto la porta per i prossimi dieci anni. Difficile prenderlo? Fino a qualche mese fa non c’era nessuno che credesse possibile l’acquisto di Higuain, poi sappiamo com’è finita. È tutta una questione di soldi, cacci 60 milioni e prendi Donnarumma».
Parla solo Raiola
E il Milan che dice? Nulla, tutto tace. Nessuno che alzi la voce per dire «Donnarumma non si tocca!». D’altronde non c’è nessuno autorizzato a farlo: Berlusconi e Galliani non hanno più voce in capitolo visto che tra poco più di un mese la questione non sarà più di loro competenza; Fassone e i cinesi non ne hanno ancora visto che il closing non è stato ancora effettuato e attualmente non hanno diritto di parola. In questo vuoto di potere l’unico che continua a pontificare è il procuratore di Gigio, l’ineffabile Mino Raiola, i cui messaggi sono tutt’altro che accomodanti nei confronti della piazza rossonera: «Il futuro? Dipende da cosa intendono fare i cinesi. Va bene presentarsi con una montagna di denaro, ripianare i debiti, riorganizzare la società, ma io voglio misurare quanta passione ci metteranno i nuovi padroni».