24 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Calcio - Serie A

Milan: Montolivo, parole da capitano

Al termine della vittoriosa sfida contro la Lazio, il capitano rossonero è tornato sull’argomento delicato del suo rapporto con i tifosi: «A qualcuno non piaccio e forse non piacerò mai, ma va bene che tutta la pressione sia su di me, anziché sui miei compagni».

MILANO - Parafrasando una famosa pubblicità di qualche anno verrebbe da dire: «Il più odiato dai milanisti». Perché è vero, Riccardo Montolivo da Caravaggio è in assoluto il rossonero meno amato fin dal primo giorno del suo sbarco a Milanello. Questione di feeling, di poca empatia con i tifosi, di mancanza di physique du rôle, ma soprattutto colpa di quella fascia di capitano consegnatagli immeritatamente - secondo l’opinione comune - da Galliani che anziché creare un legame con il popolo milanista ha scavato un cratere ancora più profondo tra centrocampista e tifoseria.

Attacchi feroci
Così fischi assordanti dedicati a Montolivo durante ogni sua esibizione a San Siro e soprattutto un attacco costante, cattivo, spietato sui social network dalla quasi totalità del fans del Milan. All’inizio sarà stata dura, adesso sembra quasi non farci più caso, quasi rassegnato all’ineluttabile sviluppo degli eventi. E la conferma è arrivata al termine della preziosa vittoria contro la Lazio, giocata per altro in maniera più che dignitosa dal regista ex Fiorentina: «Il pubblico è molto esigente con me, anche perché ho la fascia da capitano. Ci sarà qualcuno a cui non piacerò mai, me ne farò una ragione ma se la faranno anche loro».

Capitano senza storia
Boom, una frecciata per nulla leggera nei confronti dei criticoni a prescindere, di quelli sempre pronti a sparare a zero su qualcuno indipendentemente dalle sue reali colpe. Perché è vero che Montolivo non può essere paragonato per, storia rossonera, carisma e qualità tecnico-tattiche a personaggi come Maldini, Costacurta, Ambrosini, Gattuso, tutti coloro che hanno indossato prima di lui quella fascia di capitano, ma è altrettanto innegabile che l’uomo da Caravaggio è arrivato in uno dei momenti più brutti della recente storia del Milan e si è caricato sulle spalle le responsabilità di tutti gli errori commessi sia a livello societario che tecnico.

Fuori ruolo
Senza dimenticare la questione tutt’altro che irrilevante legata all’utilizzo del centrocampista azzurro, costretto fin dal suo arrivo al Milan a giocare fuori ruolo. Tutto grazie alla conclamata incapacità di Adriano Galliani di portare a Milanello un regista di ruolo in grado di consentire al capitano rossonero di tornare alla posizione di mezzala, da sempre quella a lui più congeniale. Per conferma, guardate con attenzione la partita di ieri contro la Lazio: in fase di impostazione, con i terzini alti a spingere sulle fasce, il numero 18 è stato spesso e volentieri costretto a schiacciarsi sulla linea di difensori, tra Paletta e Romagnoli, per proteggere la retroguardia da eventuali ripartenze biancocelesti. Non proprio la sua posizione ideale.

Parole da capitano
Ovvio quindi che il rendimento di Montolivo sia stato in questi anni tutt’altro che accettabile, ma identificare in lui l’unico vero responsabile dello sfacelo rossonero anni appare un esercizio di stile non particolarmente  encomiabile da parte dei tifosi. Malgrado il clima tutt’altro che accogliente nei suoi confronti, lui continua a comportarsi da leader silenzioso, attirando su di sé tutta la rabbia dei tifosi con un obiettivo ben preciso: «E comunque è un bene che tutta questa pressione ce l’abbia solo io, così i miei compagni sono più liberi di testa per poter giocare al meglio». 

Parole da capitano.