19 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Parla il leader del Mondiale MotoGP

Valentino Rossi contro Marc Marquez, la verità dello spagnolo

La stretta di mano a Barcellona tra il Dottore e Magic Marc? «È stata un atto sentito, spontaneo – afferma il pilota della Honda – Non siamo amici, ma c'è un rapporto professionale e cordiale. Anche se in pista la battaglia è massima»

Marc Marquez e Valentino Rossi insieme sul podio di Barcellona, dopo la stretta di mano
Marc Marquez e Valentino Rossi insieme sul podio di Barcellona, dopo la stretta di mano Foto: Michelin

ROMA – Valentino Rossi contro Marc Marquez. Un anno dopo, lo scontro in MotoGP è sempre lo stesso. Jorge Lorenzo sembra appannato, reduce com'è da tre gare consecutive in cui non è mai stato in grado di lottare con i primi. E dunque a contendersi il Mondiale restano ancora loro: Magic Marc, che grazie all'intelligenza e al talento è riuscito a superare i limiti tecnici della sua Honda, e il Dottore, frenato dalla sfortuna e dai troppi errori ma apparso il più veloce nella prima metà di stagione. Certo, se i protagonisti non sono cambiati, il loro atteggiamento lo è: merito anche di quella stretta di mano dopo il traguardo del Gran Premio di Catalogna, in cui, complice la commozione per la tragedia di Luis Salom, il giovane arrembante e il suo ex idolo si sono ritrovati. Ma è stata vera pace? Secondo Marquez «sì, penso di sì. In quel momento al Montmelò la situazione era molto delicata – racconta il campione di Cervera alla rivista spagnola Solo Moto – e dopo la gara che abbiamo disputato, in cui lui mi ha battuto, ci siamo guardati ed è stato quasi un riflesso spontaneo per entrambi. E penso che quando capita questo, è un atto sentito. Io ci credo, magari in futuro mi darete dello stupido. Lo avrei fatto molto prima, ma è successo in quel momento ed è un bene per il campionato. Non posso dire che siamo amici, ma almeno un rapporto professionale credo sia il minimo. Non solo con Valentino, con qualsiasi pilota della griglia». Un gesto che ha disteso anche il clima nell'intero paddock del Motomondiale: «Prima la situazione era scomoda, non solo per noi due, ma anche per la stampa – prosegue il portacolori della Honda – Ora è diverso. Alla fine io sono nel mio box e lui nel suo, non cambia nulla. Però siamo tutti piloti e ci giochiamo tutto in pista. Dobbiamo cercare un rapporto cordiale. Ma poi in pista sì, la battaglia è massima».

Marquez sbaglia meno di Valentino
La battaglia è massima anche grazie a ciò che lo stesso Marquez ha saputo mettere in pista in questa prima parte del 2016. Nessuno ci avrebbe creduto, dopo i test invernali disastrosi per la moto giapponese, ma il due volte iridato è riuscito a guidare sopra i suoi problemi e ad approfittare anche degli sbagli altrui. La dimostrazione definitiva di una maturità agonistica ormai raggiunta, come spiega anche il suo capotecnico Santi Hernandez: «Dopo quello che è successo l’anno scorso, sia lui che la squadra hanno imparato la lezione – analizza l'ingegnere sulle pagine del quotidiano sportivo iberico Marca – Nel 2015 abbiamo fatto degli errori. Ma Marc è molto intelligente e sa quando sbaglia. Ha capito che a volte è meglio arrivare secondo o terzo che fare zero punti». Come nell'ultimo Gran Premio in Germania, quando ha dato una lezione di strategia a tutti, Rossi compreso. Come ha fatto? «Abbiamo un modo per comunicare con lui quando deve entrare ai box – rivela Hernandez – Ha anche un codice per segnalare quando entrare. Che ha funzionato e penso che stia funzionando. Quando qualcosa va, è molto facile dire che tutto ciò che facciamo è giusto». Anche se la Honda ha ancora molta strada da fare per raggiungere la Yamaha: «Noi non siamo al livello in cui vorremmo essere. Se siamo realisti, senza gli errori che hanno commesso, Valentino e Jorge sicuramente sarebbero più avanti di noi. Non possiamo dimenticarlo».