28 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Calcio - Serie A

Berlusconi dice si alla cessione, i cinesi pensano a Maldini

Siamo vicini alla firma di Berlusconi, pronto a siglare il patto di esclusiva con i cinesi. A quel punto inizierà un mese di cogestione che di fatto bloccherà ogni operazione di mercato. Creando non pochi problemi al Milan che ha un disperato bisogno di una completa operazione di restyling per evitare il quarto anno consecutivo di fallimenti a catena.

MILANO - Ormai ci siamo. Silvio Berlusconi sembra aver sconfitto le ultime resistenze e pare pronto a dire si ai cinesi. Sono queste le ultime indiscrezioni che trapelano da Arcore: entro la fine della settimana il presidente rossonero apporrà la sua indispensabile firma all’accordo di esclusiva e di fatto darà il via alla fase calda della trattativa che porterà alla cessione del pacchetto di maggioranza dell’Ac Milan ad una cordata di imprenditori cinesi ancora non ben definita.
A indurre l’ex cavaliere a dire si, il raggiungimento di un accordo su un paio di condizioni fondamentali: niente penali in caso di recessione e un mese di tempo per la decisione finale e la chiusura dell’operazione. 

Mercoledì o giovedì la firma
Un passaggio importante perché, per quanto in esclusiva, il patto non è vincolante per la Fininvest e consentirebbe quindi a Silvio Berlusconi anche un improbabile dietro front.
Dopo le firme - giorno previsto mercoledì o al massimo giovedì - la trattativa entrerà nel vivo e finalmente si potrà sapere qualcosa di più del gruppo di imprenditori cinesi, si parla di 3 o quattro gruppi molto potenti, disposti ad investire pesantemente nel club di via Aldo Rossi. Magnati dell’industria di Pechino nascosti finora sapientemente dall’advisor Sal Galatioto, vero artefice di questa operazione. 

Un mese di cogestione
Al termine di questo mese di studio reciproco si arriverà al closing, atto conclusivo della transazione, ma da qui ad allora sono ancora tanti i passi da dover fare. Cerchiamo di capire allora cosa succederà dal momento della firma di Silvio Berlusconi sull’accordo in esclusiva con i cinesi. Inizierà un periodo definito di «cogestione», ovvero un mese durante il quale, oltre ai vari approfondimenti di rito da entrambe le parti, saranno bloccate tutte le operazioni finanziarie, sia riguardo gli sponsor che i calciatori. O comunque ogni mossa dell’Ac Milan dovrà essere approvata e controfirmata dalla gruppo dei possibili acquirenti, creando non pochi problemi alla squadra. Proprio adesso che siamo arrivati nel momento caldo dell’anno in cui si decidono le strategie per la prossima stagione.

Poco tempismo dei cinesi
Parlando quanto meno di scarso tempismo da parte dei cinesi, almeno un paio di domande, sotto forma di nodi, vengono subito al pettine. Chi sceglierà l’allenatore per il prossimo anno? Chi farà il mercato? In sostanza chi si prenderà cura del Milan per evitare a tutti i costi di ripetere la quarta stagione fallimentare consecutiva?
Ecco, a questa raffica di quesiti, pare oggi piuttosto difficile dare una risposta ed è proprio questo aspetto ad inquietare maggiormente il popolo milanista. Perché è vero che tra i nomi che hanno iniziato a rincorrersi per il Milan che verrà c’è quello di Paolo Maldini per la dirigenza e Manuel Pellegrini o Vincenzo Montella per la panchina, ma al momento si tratta solo di chiacchiere senza alcun fondamento. E mentre tra Arcore e via Aldo Rossi si decide il futuro societario dell’ex club più titolato al mondo, le altre squadre costruiscono le rispettive rose scegliendo il meglio sul mercato. Il pericolo che quando saranno fatti i giochi in società, la nuova dirigenza del Milan possa trovare il mercato già saccheggiato è concreto. E non sarebbe certo un bel modo per iniziare l’avventura cinese.