Briatore: «Ecco perché non vado a trovare Schumacher»
L'ex team manager vincente in Formula 1 con Benetton e Renault, che lanciò la carriera del leggendario pilota tedesco, non gli ha mai fatto visita nella casa svizzera dove combatte contro i postumi dell'incidente sugli sci
ROMA – Tra i tanti amici di vecchia data nel mondo delle corse che hanno fatto visita negli ultimi mesi a Michael Schumacher, convalescente nella sua casa in Svizzera, non c'è Flavio Briatore. Fu proprio l'ex team manager di Benetton e Renault a lanciare in Formula 1 il pilota tedesco: dopo una sola gara di debutto in Jordan, infatti, l'imprenditore piemontese lo volle portare nel suo team, con cui vinse i suoi primi due titoli mondiali negli anni '90. Eppure, da quando il suo ex pupillo è stato vittima del terribile incidente sugli sci a fine 2013, che secondo alcune indiscrezioni non confermate lo avrebbe lasciato a tutt'oggi in stato vegetativo anche dopo l'uscita dal coma e dall'ospedale, Briatore non gli ha nemmeno portato il suo saluto.
Le voci degli amici
Perché? «Voglio tenere Michael nella mia memoria come lo ricordo, come lo conoscevo – ha spiegato il 65enne, oggi ritirato dalla Formula 1, al quotidiano tedesco Welt am Sonntag – Ho trascorso molto tempo con lui, mi piaceva tanto e lo ammiravo. Perciò voglio mantenerlo con questa immagine nella mia mente. Però ho sentito notizie sulle sue condizioni da Felipe Massa, che è stato da lui». Le notizie ufficiali sulle condizioni di salute del leggendario 46enne già icona della Ferrari e della Mercedes non trapelano più da tempo, del resto, perciò anche i tanti tifosi che continuano a sostenere Schumi con affetto nella battaglia più difficile della sua vita si devono affidare solo alle dichiarazioni dei suoi storici amici, come Ross Brawn e Jean Todt. Anche se lo stesso entourage più stretto del pilota teutonico ha più volte avvertito di non affidarsi con eccessivo trasporto alle informazioni ufficiose provenienti al di fuori dalla famiglia: «Queste sono espressioni di amici, niente di più e niente di meno», ha ribattuto al riguardo Sabine Kehm, manager di Schumacher e ad oggi portavoce dei suoi parenti al tabloid Kolner Express.
Nostalgia canaglia
Quanto alla Formula 1 più in generale, ovvero allo sport che per decenni gli ha dato lavoro e lo ha reso famoso in tutto il mondo, Briatore ha ammesso invece: «Mi manca. Ma non l'attuale Formula 1, la mia Formula 1». Ovvero quella che lo ha visto regnare ai massimi livelli per oltre vent'anni. Fino al 2009, quando la Fia lo cacciò con ignominia per lo scandalo del 'crashgate'. La fine di un'era, è proprio il caso di dirlo.