17 agosto 2025
Aggiornato 10:30
Calcio | Milan

Galliani assolve Mihajlovic, ma nessuno assolve l’Ad

l tecnico rossonero può ancora vantare l’appoggio dell’ad che l’ha voluto al Milan, ma appare arduo trovare qualcuno disposto a supportare l’operato di Galliani, considerato dalla quasi totalità dei tifosi, il vero problema rossonero. Manca uno staff all’altezza e soprattutto una programmazione adeguata per tornare a vincere.

MILANO - L’argomento resta sempre di quelli caldi: Mihajlovic arriverà a mangiare il panettone? E, nel caso, di chi saranno le colpe di questo ennesimo fallimento rossonero?
Contattato a margine della consegna del Premio «Giacinto Facchetti-Il Bello del Calcio» presso la sala Buzzati della Gazzetta dello Sport, Adriano Galliani si è soffermato a chiarire un paio di aspetti essenziali sul futuro dell’Ac Milan: «Abbiamo fatto undici punti nell'ultimo segmento, da sosta a sosta per le nazionali. E di conseguenza la panchina di Sinisa al momento è saldissima. Se avessimo pareggiato con la Lazio e vinto con l'Atalanta sarebbe stato un cammino perfetto, ma è meglio aver battuto la Lazio, molto spesso però ci si ricorda solo dell'ultima partita. Per quanto riguarda il prossimo big match contro la Juventus speriamo solo di ripetere la prestazione fatta con la Lazio». 

Numeri positivi, ma non troppo
Magari bastasse così poco per andare a fare risultato a Torino. Servirebbe contestualmente che la Juventus si presentasse al big match di sabato sera nelle stesse deprimenti condizioni nelle quali la Lazio ha accolto il Milan all’Olimpico. E qui l’affare si complica visto che i bianconeri sono dati in netta risalita e stanno piano piano compiendo una rimonta importante.
Messo però da parte l’incontro di sabato sera allo Juventus Stadium, verrebbe da fare alcune semplici considerazioni sul futuro del Milan e del suo allenatore. È vero, come dice Galliani, che i numeri danno un po’ di respiro allo staff tecnico (20 punti ottenuti finora, a confronto con le ultime sconfortanti stagioni: 14 nel 2012-13, 13 nel 2013-14 a 13, 18 l’anno scorso), ma se spostiamo le nostre attenzioni sulla qualità del gioco espressa dai rossoneri di Mihajlovic, ecco spuntare le magagne.

Appena 180’ di buon calcio
Il Milan visto in questa prima parte del campionato è stato quasi sempre deprimente, con qualche rarissima eccezione cumulabile in 180 minuti di buon calcio: il primo tempo a Udine, il secondo in casa con il Chievo e gli interi 90 minuti all’Olimpico contro la Lazio. Per il resto, solo confusione, approssimazione, improvvisazione e soprattutto noia.
Tutto questo malgrado un mercato sontuoso - concordato interamente da Galliani con Mihajlovic - da quasi 90 milioni di euro investiti.

Mancanza di programmazione
Ed ecco arrivare alle colpe - innegabili - dell’amministratore delegato per la parte sportiva. Al di là delle critiche lette un po’ ovunque sul mancato acquisto di pezzi indispensabili per completare la rosa e la supervalutazione di alcuni uomini arrivati a Milanello in estate, a fare scalpore è l’assoluta mancanza di pianificazione da parte della società. Il che poteva anche essere tollerabile negli ultimi 4 anni, quelli bui della mancanza di liquidità, ma non più adesso con la ritrovata disponibilità economica garantita dal presidente Berlusconi. Il Milan storicamente è uno dei pochi club al mondo che lavora poco o nulla sullo scouting e sugli osservatori per la prima squadra, privilegiando invece le operazioni con gli amici di Galliani (Raiola e Preziosi, solo per citare i più presenti), le occasioni last minute e i colpi ad effetto, dando vita ad un mercato raffazzonato e senza il minimo criterio.

Nessuno tocca Galliani
Comprensibile, d’altronde, quando non si ha una squadra mercato con cui lavorare. Adriano Galliani è solo, ma non per sgradevoli congetture o per colpa del fato cinico e baro. L’ad del Milan lavora in beata solitudine perché così vuole lui. Ed è questa ragione perché ha fatto terra bruciata intorno a sé, prima con il brasiliano Leonardo, poi con Ariedo Braida e per finire con il direttore sportivo (Sogliano, Paratici, Pradè, i nomi accostati al Milan negli ultimi anni) che Barbara Berlusconi aveva tanto insistito per portare in via Aldo Rossi.
Oggi, mentre Sinisa Mihajlovic può trovare un valido supporto nell’amministratore delegato rossonero che l’ha voluto a tutti i costi a Milanello, nessuno è disposto a sostenere e a difendere l’indifendibile Adriano Galliani.
Purtroppo per il Milan, però, lui è un intoccabile. Ed è per questo che l’ex club più titolato al mondo è destinato a restare al palo.