28 marzo 2024
Aggiornato 20:30
Calcio - Serie A

Milan: Berlusconi, basta prese in giro

Il numero uno rossonero, apparso decisamente infastidito dalla prova incolore del suo Milan, pare aver esaurito la pazienza. Ancora una volta i rossoneri sono stati schiacciati dallo strapotere tattico degli avversari. Le assenze di Bertolacci e Bonaventura non possono certo giustificare un passo indietro così evidente.

MILANO - Doveva essere la giornata del rilancio rossonero, il weekend durante il quale, complice i difficili impegni di Inter, Fiorentina e Roma e la contemporanea abbordabile partita interna contro l’Atalanta, il Milan avrebbe potuto/dovuto accorciare le distanze dalla vetta e iniziare finalmente a guardare con un pizzico di fiducia in più al prosieguo della stagione.
Invece è stato un fallimento su tutta la linea: i rossoneri non sono andati al di là di uno stentato pareggio con i bergamaschi, guadagnato solo grazie ai miracoli del baby prodigio Donnarumma, mentre le rivali (continuiamo ad illuderci e a chiamarle così) hanno fatto tutte bottino pieno. E attenzione perché da dietro continua a risalire pure la Juventus campione d’Italia, ormai solo due punti dietro, e il prossimo turno di campionato ha in programma proprio il match allo Stadium contro i bianconeri dell’ex Allegri. Il ribaltone è pericolosamente vicino.

Berlusconi: «Soddisfatto? Non scherziamo»
Il primo a non apprezzare, per usare un eufemismo, questa situazione è Silvio Berlusconi. Intercettato al termine del deludente pareggio contro l’Atalanta, il numero uno rossonero non ha fatto nulla per nascondere tutto il suo malcontento e la sua insoddisfazione: «È andata bene così. Complimenti agli avversari, sembravano il vecchio Milan. Se mi aspettavo di più? Mi prendete in giro?». Parole taglienti come lame che il tecnico Mihajlovic avrà sentito scorrere gelide sulla sua pelle. 

Lezione di calcio dall’Atalanta
Ma il presidente onorario ha tutte le ragioni del mondo. Quella andata in scena sabato sera allo stadio San Siro è stata un’autentica lezione di calcio. Protagonisti, da una parte la sontuosa e spettacolare Atalanta di Edy Reja, dall'altra una delle più brutte, inconsistenti ed irritanti versioni del Milan viste negli ultimi anni. E per fortuna che tra i pali della porta rossonera c’era un ragazzotto, con il volto da bambino e il corpo da gigante, che ha deciso di ergere da solo un muro invalicabile davanti alla sua porta, tale da impedire ai nerazzurri bergamaschi di uscire dalla Scala del calcio con tre punti, per la verità meritatissimi. Gianluigi Donnarumma è stato strepitoso: almeno tre miracoli assoluti a cavallo tra il diciassettesimo e il ventitreesimo minuto della ripresa, prima su Cigarini, poi su Maxi Morales, infine sull’ottimo Grassi, oltre ad una valanga di uscite sicure, prepotenti, efficacissime e salvataggi ripetuti sugli infiniti errori in disimpegno dei suoi compagni di reparto.

Mihajlovic, occasione perduta
Ok, a questo Milan mancavano Bertolacci e Bonaventura, due degli uomini più talentuosi del centrocampo milanista, ma contro l’Atalanta era fondamentale portare a casa i tre punti. Poteva e doveva essere la vittoria del collettivo, dello spirito di gruppo, degli schemi mandati a memoria dalla squadra, piuttosto che del valore dei singoli. La prova decisiva per convincere i tifosi, disillusi da anni di brutte figure, della bontà del lavoro Mihajlovic, capace di inculcare ai suoi ragazzi una personalità ben definita ed una propria identità di gioco, indipendentemente dall'assenza di qualsiasi protagonista.
Invece abbiamo assistito tutti all’umiliante spettacolo andato in scena a San Siro: Milan villaneggiato, sovrastato, demolito da una tracotante Atalanta, e un pareggio fortunato che porta solo la firma di Donnarumma.
Oggi per i tifosi del Milan è il baby portiere l’unica ragione per sorridere.