18 agosto 2025
Aggiornato 13:30
Trionfo nel GP di Gran Bretagna

Rossi, miracolo sotto la pioggia: «Una vittoria fantastica»

Valentino sale sul gradino più alto del podio per la quarta volta dell'anno, ma la prima in carriera a Silverstone, pista sulla carta favorevole al rivale Lorenzo: «Batterlo sull'asciutto sarebbe stato difficilissimo. Invece in testa al campionato ci sono di nuovo io»

SILVERSTONE – Come sempre è accaduto nella sua lunga carriera, ogni volta in cui le cose sembrano mettersi male, Valentino Rossi sfodera la carta vincente. È successo anche al Gran Premio di Gran Bretagna, reduce da due gare in cui il compagno di squadra e rivale per il titolo Jorge Lorenzo lo aveva costantemente battuto, fino ad uguagliarlo in classifica mondiale. E poi ancora dalle prove libere e dalle qualifiche in cui il maiorchino era stato più veloce del campione di Tavullia. Ma il meteo ha concesso un’occasione al pesarese, regalandogli una gara bagnata: e lui non se la è lasciata sfuggire, vincendo il suo quarto GP dell’anno, mentre ‘Por Fuera’ è rimasto quarto, ai piedi del podio. «Stamattina, quando mi sono svegliato e ho visto la pioggia – racconta – non sapevo se fosse una buona notizia o meno, perché in questa stagione non abbiamo raccolto molti dati sul bagnato. Ma penso che il lavoro del mio team abbia fatto la differenza, la mia Yamaha era fantastica. Fin dal primo giro nel warm up abbiamo trovato un buon equilibrio e io ero fortissimo».

La storia di un successo
I colpi di scena non sono mancati, fin da quando il cielo si è aperto prima della gara e i piloti hanno montato le gomme da asciutto: ma un tardivo acquazzone ha costretto la direzione corsa a rinviare la partenza. Alla fine del primo giro, Valentino era già in lotta con Lorenzo e Marquez; al secondo li aveva già superati. Solo il pilota della Honda è rimasto a contatto con lui: «Da quando è iniziato a piovere di più, sono stato contento perché sapevo di avere un buon passo – prosegue – Sono partito bene e ho provato a scappare, ma Marc mi ha tenuto testa. Lo sentivo dietro di me, davo il massimo e i tempi erano buoni, ma guadagnare un vantaggio è stato duro. Pensavo che avremmo lottato fino all’ultimo giro, e con lui è sempre una battaglia ostica». Invece, è stato lo spagnolo a togliersi di mezzo, con una spettacolare caduta a otto giri dalla fine: «Quando l’ho visto sulla ghiaia nei megaschermi e non l’ho più sentito dietro di me, mi sono rilassato. Ma è stato un errore: questa è la MotoGP e non ci si può mai rilassare». Alle sue spalle, infatti, il posto di Marquez è stato preso dal connazionale Danilo Petrucci, che ha disputato la gara della vita: «Poteva battermi, quindi ho dovuto riprendere a spingere. Ma sono rimasto concentrato, la moto mi ha aiutato molto e alla fine ho capito che lui non voleva buttare via il primo podio della carriera. Sono molto felice e orgoglioso di questa vittoria: era da dieci anni che non mi capitava di trionfare sul bagnato. Sinceramente, penso che sull’asciutto sarebbe stato difficile arrivare davanti a Jorge».

Di nuovo in testa
Così, Vale è tornato solitario in testa alla graduatoria, con dodici preziosissimi punti di margine. «Dodici punti importanti – ammette lui – ma che dal punto di vista psicologico non significano poi molto, perché Jorge è fortissimo». Eppure questa non è una vittoria come le altre: non solo perché giunge in un momento cruciale del campionato, ovvero proprio all’inizio della volata, ma anche perché il circuito di Silverstone, in teoria, era amico del suo avversario. Che ci aveva trionfato in più di un’occasione, mentre per Rossi questa è la prima: «Riconquistare un vantaggio è fantastico, anche perché sulla carta questa era una pista in cui lui poteva battermi – ammette – E restare davanti è importante, perché sono stato al comando fin dalla prima gara. Jorge aveva un punto di distacco da me dopo Barcellona, poi è sceso, poi mi ha raggiunto, ma non è mai stato davanti, neanche di una sola lunghezza. E ora mancano sei gare e molte piste in cui lui è molto, molto forte. Perciò la lotta rimane apertissima».