7 giugno 2023
Aggiornato 09:30
Scoppia la polemica sulle regole

«In Formula 1 ci vogliono macchine più veloci. E più pericolose»

Concordano campioni di oggi, come Kimi Raikkonen, e di ieri, come Niki Lauda e Arturo Merzario: troppa sicurezza penalizza lo spettacolo. E impedisce che crescano piloti veri, come quelli di una volta

ROMA – La sacrosanta battaglia per migliorare la sicurezza ha fatto passi da gigante in Formula 1: non è un caso se è da oltre vent'anni che non si registrano più incidenti mortali, ovvero da quel maledetto Gran Premio di San Marino 1994 in cui perse la vita il grande Ayrton Senna. Purtroppo le gare, oltre ad essere più sicure, oggi sono anche diventate molto meno spettacolari. E non sono in pochi a pensare che tra i due fatti esista un legame molto stretto. Piloti di oggi, come Kimi Raikkonen: «Bisogna fare qualcosa per rendere la F1 più emozionante da guardare, più veloce e anche un po' più pericolosa. Fa parte del gioco: non vogliamo che nessuno si faccia male, ma renderebbe più divertente lo spettacolo. Invece, gli ultimi cambiamenti regolamentari hanno reso le macchine molto più lente di quando io debuttai». E anche campioni di ieri, come Niki Lauda: «C'è troppo controllo, troppe regole e non abbastanza carattere».

Più velocità uguale più spettacolo
Il tre volte campione del mondo, oggi presidente della Mercedes, concorda sul fatto che vetture più veloci migliorerebbero l'attuale volto dell'automobilismo: «Non dico che dovremmo sottovalutare la sicurezza – ha dichiarato l'austriaco, che di gravi incidenti ne sa qualcosa, avendo rischiato la vita nel terribile rogo del Nurburgring nel 1976 – Ma se le macchine fossero più rapide, il brivido per i piloti e gli spettatori aumenterebbe automaticamente». Sulle griglie di partenza, insomma, dovrebbero stare «uomini veri, non ragazzini che giocano con i loro pulsanti sul volante. Dovrebbero essere i piloti con le migliori capacità di guida del mondo. E sottolineo, capacità di guida. Non si può riportare indietro l'orologio, ma i piloti dovrebbero di nuovo avere in mano la vettura, non come ora che si limitano a premere i pulsanti». E ora che la Formula 1 sta studiando una nuova rivoluzione regolamentare per il 2017, Lauda insiste: lasciate da parte i trucchetti come le griglie invertite o le zavorre per equilibrare le prestazioni. «Questo tipo di manipolazione è la cosa peggiore che si possa fare ad uno sport – sostiene l'ex ferrarista – Questo non deve succedere».

I piloti veri non ci sono più
Della stessa opinione è anche Arturo Merzario, anch'egli ex pilota della Ferrari negli anni '70: «È vero, le regole sono troppe e complicate – ha dichiarato a Panorama – Dovrebbe essere l'esatto contrario: poche direttive e chiare. Con punizioni severe per chi sbaglia. Perché altrimenti ci sarà sempre qualcuno in grado di interpretare il regolamento a suo uso e consumo, come è spesso accaduto negli ultimi anni. Piloti veri? Con l'avvento dell'elettronica e della costante e per certi versi inutile ricerca di una maggiore sicurezza, i piloti veri non esistono più. Mettono in pratica quello che imparano sui videogiochi: se commettono un errore, non succede nulla, premono il tasto reset e ricominciano da capo. Ai miei tempi, i piloti arrivavano alla Formula 1 con un bagaglio di esperienza di tutto rispetto. Sapevano cosa fare e se sbagliavano ne pagavano le conseguenze sulla propria pelle».