16 luglio 2025
Aggiornato 04:00
Cessione Milan

Milan: Berlusconi, doppio siluro a Inzaghi e Mr. Bee

A margine di un incontro elettorale organizzato a Saronno il presidente onorario del Milan ha risposto ai cronisti sul futuro del Milan. Semaforo rosso sia per l’allenatore rossonero («Abbiamo visioni diverse»), sia sul magnate thailandese interessato all’acquisizione del club («Serve altro per investire nel Milan»).

MILANO - Quando parla Silvio Berlusconi, è un po’ come quando parla Agnesi, bisogna fare silenzio ed ascoltare. Così la frase d’esordio pronunciata oggi davanti alle telecamere e ai taccuini dei cronisti presenti a Saronno per un incontro elettorale ha lasciato il segno: «Ormai sono fuori dalla politica».
Una notizia tutt’altro che negativa per i tifosi del Milan perché potrebbe significare un ritorno al vecchio amore, rappresentato dal club che da quasi 30 anni regala gioie e dolori all’ex premier. A maggior ragione in un momento delicato come questo, mentre si sta decidendo il futuro dell’ex club più titolato al mondo.

Berlusconi: Cerco un gruppo capace di grossi investimenti
È ormai di dominio pubblico la trattativa che Silvio Berlusconi sta conducendo per arrivare in fretta alla cessione di un pacchetto azionario del Milan e probabilmente siamo arrivati al momento di capire quali siano le reali intenzioni del numero uno rossonero: «La storia del Milan è fantastica. Nei miei 30 anni alla guida del club abbiamo raggiunto tanti successi e il Milan è diventato qualcosa che identifica l’immagine dell’Italia. Oggi il nostro brand è fortissimo in Oriente e possiamo vantare circa 350 milioni di tifosi rossoneri sparsi per tutto il globo. Il mio compito in questo frangente è cercare di individuare un potenziale gruppo di sostenitori in grado di condividere con me la necessità di far fronte a quegli investimenti oggi necessari per emergere in questo calcio».

Calma nelle valutazioni perchè la scelta è irreversibile
Il cruccio di Silvio Berlusconi è sempre quello, non avere (o non voler più mettere a disposizione) le risorse per far tornare il Milan in cima al mondo: «Nel calcio è addirittura entrato uno stato come il Qatar per finanziare il Psg e il Manchester. Io devo trovare qualcuno capace di fronteggiare queste superpotenze. Di offerte ne stiamo ricevendo diverse che testimoniano l’importanza del brand del Milan in Cina e in altri paesi. Le stiamo valutando, ma dobbiamo farlo con calma e prudenza perché sarà una scelta irreversibile».
La domanda a questo punto sorge spontanea. E Bee Taechaubol, con cui Berlusconi ha deciso perfino di tenere una conferenza stampa congiunta per annunciare un accordo ormai prossimo, che fine ha fatto: «Bisogna che ci sia qualcosa in più della popolarità per pensare di investire nel Milan».
Boom, Mr. Bee colpito e affondato.

E se restasse da solo alla guida del Milan?
Di certo Silvio Berlusconi non è apparso spaventato all’idea di non trovare l’acquirente giusto: «Se non dovessimo riuscire a trovare soci affidabili in tempi brevi, andrò avanti io a fare il presidente e ho in mente un Milan tutto italiano. Io sono tra coloro che pensano che nel nostro calcio ci siano troppi stranieri».
Bisognerebbe però sapere il pensiero dei tifosi milanisti in proposito, perché va bene lanciare proclami roboanti e dichiarazioni di pura demagogia, ma poi a certe parole bisognerebbe far seguire i fatti per non correre il rischio di perdere di credibilità. Come spiegare infatti al popolo rossonero che una società intenzionata a costruire una squadra su talenti giovani e italiani, rinunci prima a Bryan Cristante, fresco campione di Portogallo con il Benfica, e adesso con sfacciata leggerezza anche a Riccardo Saponara, autentica rivelazione di questa seconda parte di stagione, per la miseria di 4 milioni di euro?
Probabilmente Non lo sapremo mai.

Con Inzaghi visioni differenti
Una cosa cosa invece oggi sembra ufficiale, Pippo Inzaghi l’anno prossimo non sarà più l’allenatore del Milan. A proposito di siluri sparati ad altezza d’uomo da Silvio Berlusconi, ecco arrivarne uno in direzione dell’ancora per poco tecnico rossonero: «Con lui ho avuto delle visioni differenti, del suo futuro parleremo più avanti». 

Almeno una piccola certezza per il sempre più disorientato popolo rossonero.