Inzaghi insiste: «Credo in Berlusconi»
Alla vigilia della quart’ultima giornata di campionato che metterà di fronte Milan e Roma, il tecnico piacentino non accenna a rivedere le sue posizioni stralunate sull’andamento della stagione rossonera: «Meritiamo una classifica migliore e io ho ancora un anno di contratto».
MILANO - Sentir Filippo Inzaghi parlare di Silvio Berlusconi mette in brividi: «Con un presidente come il nostro, sei in una botte ferro. Lui vuole il bene del Milan e farà ogni scelta per il bene di questo club. Io credo in lui». Nemmeno fosse una divinità dell’antico Egitto.
Ma fosse solo questo il problema. È naturale che da parte dell’attuale tecnico rossonero ci sia un’ovvia riconoscenza nei confronti dell’ex premier, da cui è stato promosso, indegnamente e senza esami di maturità, sulla panchina dei grandi dopo un breve tirocinio - nemmeno troppo felice - alla guida della Primavera.
INZAGHI E LE SUE TEORIE INDIFENDIBILI - Ciò che continua a stupire invece è la sfrontatezza con cui Pippo Inzaghi, l’espressione più pura del pragmatismo quando vestiva la gloriosa maglia numero 9 e segnava caterve di gol per la squadra, continui a sostenere teorie indifendibile, rimanendoci quasi male se qualcuno osa sbattergli sul muso la spiacevole e dolorosa verità.
INZAGHI: «MERITIAMO UNA CLASSIFICA MIGLIORE» - Anche nella conferenza stampa della vigilia di Milan-Roma abbiamo assistito all’ennesima performance ai confini del surreale dell’allenatore (ci vuole un certo coraggio perfino a definirlo tale) dei rossoneri. A precisa domanda sulla cifra tecnica della sua squadra, la risposta ha lasciato ancora una volta di stucco: «Secondo me valiamo tanto. Purtroppo abbiamo avuto quei mesi difficili quando dovevamo fare meglio».
E quindi la perla di giornata: «Se approcci ogni partita come una finale, ci stanno dei passi falsi. Meritiamo una classifica migliore rispetto a quella che è la nostra».
MA CHI SCRIVE I TESTI A INZAGHI? - In pratica secondo Inzaghi, aver giocato almeno una dozzina di partite in maniera vergognosa, senza né arte né parte dal punto di vista tecnico-tattico, ma soprattutto senza un briciolo di cuore, anima e dignità, è dipeso unicamente dall’aver affrontato tutte quelle partite con lo spirito con cui vivere una finale.
Una sola parola, sconcerto, e almeno un paio di domande: ma c’è un ghostwriter dispettoso lì a Milanello che scrive i testi al mister? E se invece - come purtroppo sembra evidente - è tutta farina del suo sacco, è possibile che nessuno in società gli abbia ancora fatto notare che a furia di deliri si rischia di passare per matti?
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