Milan, chi c’è dietro Bee Taechaubol?
Silvio Berlusconi ha deciso di cedere una fetta della sua creatura all’ormai celebre Mister Bee. Ma il patrimonio del broker thailandese non sembra giustificare un investimento del genere e la sua fama non è propriamente brillante. Il direttore di SportEconomy: «Taechaubol è come Tacopina nelle operazioni Roma e Bologna»
MILANO - Da quando si è diffusa la prima indiscrezione sulla possibile cessione del Milan ad un magnate thailandese, tal Bee Taechaubol, il tifoso del Milan vive una sorta di conflitto interno, combattuto tra la gioia del veder finalmente terminare il calvario berlusconiano degli ultimi anni e l’inquietudine derivante dalle notizie che accompagnano il nuovo acquirente.
All’inizio la Fininvest si è anche presa la briga di smentire, ora non lo fa nemmeno più, a conferma che l’indiscrezione è diventata una notizia e che le chiacchiere da bar si sono trasformate in analisi finanziarie, progetti di ricostruzione e «due diligence», tutto finalizzato ad un preciso affare: la decisione presa da Silvio Berlusconi di cedere un pacchetto azionario del Milan al broker dell’est Bee Taechaubol.
TRE MESI PER COMPLETARE L’ANALISI DEI CONTI - La riunione avvenuta lo scorso giovedì ad Arcore, mai confermata ma neppure smentita, presenti Silvio Berlusconi e Bee Taechaubol, ma anche Pasquale Cannitelli, amministratore delegato di Fininvest, avrebbe portato alla decisione di un passaggio di quote (circa il 30%) dall’attuale proprietà al magnate thailandese, a fronte di un esborso di 250 milioni. Si tratterebbe solo del primo passo verso l’acquisizione del pacchetto completo dell’Ac Milan, valutato 800 milioni di euro il prezzo. I tempi per la definizione dell’operazione sono rapidi, Mr.Bee infatti avrà ora tre mesi di tempo per per completare la due diligence (analisi dei conti) del bilancio rossonero, per poi passare alla fase operativa del pre-contratto e procedere con le garanzie sulle credenziali di natura finanziaria.
PESSIMA FAMA IN PATRIA PER MR. BEE - Taechaubol si è detto pronto a garantire personalmente 100 milioni di euro, sicuro di reperire sul mercato asiatico la differenza (150 milioni) e qui sono nati i primi dubbi sul compratore del Milan: perché il broker dell’est, accompagnato da un patrimonio personale che non supera il miliardo e 200 milioni di euro (poco più di quanto è valutato il Milan), non sembra in grado di poter far fronte da solo ad un impegno del genere. Tra l’altro la fama che accompagna Mr. Bee non è propriamente florida: «Assomiglia di più ad un furbetto del quartierino, tipo Ricucci, Fiorani; e io onestamente più che Mr. Bee lo chiamerei Mr. Bean». Aveva detto Alberto Forchielli, imprenditore e presidente dell’Osservatorio Asia, ai microfoni di Radio 24 qualche giorno fa. Per poi aggiungere: «Il padre di Bee Taechaubol era consulente dell’ex primo Ministro khun Chavalit che era l’ultimo prima del ciclo di Thaksin. Fino ad ora Mr. Bee ha fondato 15 società, di cui 10 già chiuse. Delle 5 restanti quella più capitalizzata nel 2014 ha perso circa 100 milioni di baht (2,7 milioni di euro circa, ndr), le altre hanno un capitale sociale irrilevante».
VULPIS: ALLE SPALLE DI TAECHAUBOL C’È QUALCUNO - Ecco perché, secondo i bene informati, dietro Mr. Bee ci sarebbe qualcuno con disponibilità economiche ben più consistenti, in grado di garantire liquidità ad una società bisognosa di cash come il Milan. È questo il pensiero di Marcel Vulpis, direttore dell’agenzia stampa SportEconomy che ha assimilato questa operazione a quanto già visto altre circostante: «Bee Taechabol mi ricorda tanto Joe Tacopina, l’avvocato che venne fuori all’inizio sia nella trattativa per la cessione della Roma che per quella legata al Bologna. È sembrato subito chiaro che non potesse essere lui a garantire il capitale ed infatti poco dopo sono venuti fuori James Pallotta per i giallorossi e Joey Saputo per i felsinei. Ora bisogna solo cercare di capire chi c’è dietro Mr. Bee e quanto sia affidabile».
BERLUSCONI, CLAUSOLA DI RIACQUISTO - Questo è sicuramente l’aspetto che ad oggi desta maggiore preoccupazione. Per fortuna del popolo milanista, dalle prime indiscrezioni che continuano a rincorrersi, pare che nel pacchetto degli accordi siglato da Berlusconi e Taechabol ci sia anche una clausola a favore dell’attuale proprietario: in caso di cattiva gestione o dei mancati investimenti garantiti dai nuovi azionisti, il numero uno del Milan avrebbe infatti la possibilità di riacquistare il controllo del club. In tempi del genere, vale la pena essere coperti.