Kaką, ciao Milan. Ora č finita davvero
La societą rossonera comunica «di aver risolto consensualmente in data odierna il contratto con Kaką». Intanto Barbara Berlusconi invoca la ricostruzione del calcio italiano.
MILANO – «Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi, poi ritornano» dice il motivetto della canzone di Antonello Venditti che Adriano Galliani canticchiava sorridente la scorsa estate quando, sornione, pregustava il ritorno di Ricardo Kakà al Milan. Ora bisognerebbe aggiungere un’altra strofa, perché dopo essere tornati, certi amori finiscono di nuovo. E di pochi minuti fa l’annuncio ufficiale sul sito del Milan di una notizia ormai nell’aria da tempo: Ricardo Kakà non è più un giocatore rossonero: «Il Milan comunica di aver risolto consensualmente in data odierna il contratto con Kakà». Il 32enne brasiliano, tornato a vestire la maglia rossonera nel 2013 dopo la parentesi 2003-2009, è ora libero di firmare con l'Orlando City per sbarcare nella Major League Soccer.
BARBARA BERLUSCONI: IL CALCIO ITALIANO VA RIFONDATO - Sempre sul fronte Milan, l’amministratore delegato rossonero Barbara Berlusconi ha chiarito oggi all’Ansa la sua posizione e le sue teorie sul calcio italiano: «Il governo del calcio italiano va rifondato: spazio a quarantenni preparati. Non è solo un problema di persone, ma anche di regole. In passato si è adottata una filosofia senza visione a lungo raggio. Quella attuale è una governance litigiosa, bloccata dai veti reciproci, che non funziona, non ha prospettive, non ha un programma e non ha a cuore la promozione del calcio italiano nel mondo. E la conferma arriva dal fatto che altri Paesi conquistano quote importanti di mercato in Asia e Medio Oriente, noi no. Dopo due Mondiali in cui non abbiamo superato il primo turno e dopo che un campionato non ricco come quello portoghese ci ha superato è giunta l’ora di un cambiamento radicale e definitivo ».