28 agosto 2025
Aggiornato 06:30
Calcio

Il Milan al Gran Galà di Champions. C’è anche Berlusconi

Il presidente onorario torna a Milanello testimoniando l’importanza del momento per la squadra. Il tecnico Seedorf predica tranquillità, mentre Balotelli è pronto a tutto: «per vincere la coppa giocherei anche in porta»

Al Milan sanno che quando Silvio Berlusconi fa capolino a Milanello vuol dire che sta per succedere qualcosa di importante. Nella fattispecie non ci vuole un mago per capire di cosa di tratta: mercoledì sera, alle 20.45, a San Siro arriverà l’Atletico Madrid di Diego Pablo Simeone per l’andata degli ottavi di finale di Champions League.

Silvio Berlusconi di vigilie del genere ne ha vissute tante nella sua quasi trentennale carriera da presidente del Milan. Così oggi pomeriggio è arrivato a Milanello per parlare alla squadra, trasmettere fiducia ai propri giocatori, come accaduto nei momenti più difficili dell'ultimo triennio rossonero, ma soprattutto fare un piccolo briefing sull’importanza di chiamarsi Milan, sulla storia rossonera e sul ruolo ricoperto dalla gloriosa società milanese in Champions League nell'ultimo quarto di secolo.

Mentre Silvio Berlusconi si intratteneva con i suoi ragazzi in un clima disteso e sereno, il nuovo allenatore del Milan Clarence Seedorf, spalleggiato da quel totem che risponde al nome di Mario Balotelli, si presentava in conferenza stampa per rispondere alle domande degli avidi cronisti.

«Siamo alla vigilia di una partita che ci dirà tantissime cose. - ha esordito il tecnico olandese - Le emozioni non dovranno essere troppe, ci vorrà il giusto equilibrio per esprimerci al meglio. Sono fiducioso però perché la squadra arriva bene a questa sfida, contro un avversario che sta molto bene. L'Atletico Madrid merita tutto il nostre rispetto, è una squadra forte ma ha anche delle debolezze che noi proveremo a sfruttare».

Da dove nasce l’ottimismo e la convinzione che possa essere arrivato il momento di compiere l’impresa? Clarence Seedorf ha bene in mente un pezzo di storia vissuta in maglia rossonera: «Dobbiamo assolutamente tenere a mente cosa è successo nel 2007. Anche allora il Milan non stava benissimo, ma ogni volta che si giocava la Champions succedeva qualcosa di speciale. La ragione è che in quel momento negativo l’abbiamo considerata una grande opportunità. E così deve essere anche adesso».

Per quanto riguarda la formazione, Clarence Seedorf ha confermato il ruolo di De Sciglio sulla fascia destra, con conseguente esclusione di Abate e l’impossibilità di schierare insieme Balotelli e Pazzini: «In questo momento non possiamo permetterci di schierare le due punte, perché non abbiamo altri attaccanti di ruolo, a parte il giovane Petagna, che però ha bisogno di fare esperienza».

Interpellato sull’argomento anche uno dei diretti interessati, Mario Balotelli ha espresso il suo pensiero senza troppi giri di parole: «Io e Pazzo insieme? E’ statistica, se giochiamo insieme uno dei due segna. A parte questo sono molto contento di poter giocare. L'anno scorso ero in tribuna e soffrivo, quest’anno voglio dare una mano, senza promettere nulla, perché prima le partite le gioco. Il mio ruolo? Sono un attaccante centrale, ma per vincere la Champions potrei giocare anche in porta».

Merito probabilmente anche di Clarence Seedorf: «Senza dubbio, per me è come se fosse un compagno di squadra, un fratellone. Sono più sereno e le cose mi vengono più facili. Basta che non mi criticate troppo, io sono già critico con me stesso, mi da fastidio se i giornalisti lo fanno dopo che l'ho già fatto io...».