Su rischio ultrà allerta da Belgrado? E' polemica
Il Sindaco del capoluogo ligure Vincenzi: «Perchè li abbiamo fatti entrare?». Viminale: «Nessuna informativa dalla Serbia»
GENOVA - Divampano le polemiche dopo la notte di guerriglia a Genova prima, durante e dopo la partita di calcio tra Italia e Serbia. Sul capoluogo ligure si è riaffacciato il per qualche ora il fantasma dei black bloc e della devastazione. Così, per fortuna, non è stato: non ci sono state vittime ed è stato evitato il rischio di una strage all'interno dello stadio dove erano presenti migliaia di spettatori per assistere alla partita di calcio. Restano non pochi dubbi su come siano potuti arrivare a Genova centinaia di ultrà serbi guidati da personaggi ben noti alle forze dell'ordine di Belgrado.
C'è stata una informativa dettagliata da parte dell'intelligence serba a Roma? C'è stata una sottovalutazione dei rischi sul possibile arrivo di tifosi serbi violenti a Genova dopo i gravi incidenti provocati domenica scorsa a Belgrado da gruppi dell'estrema destra che volevano impedire con la forza lo svolgimento del Gay Pride? Una domanda che in queste ore si fa anche il sindaco del capoluogo ligure, Marta Vincenzi. «La mia domanda è perché li abbiamo fatti entrare?» Per quanto riguarda invece il rimpallo di responsabilità che la polizia serba ha cercato di fare nei confronti di quella italiana, il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica afferma che «la polizia serba può anche aver avvertito la polizia italiana, ma quello che è avvenuto allo stadio è francamente incomprensibile: so che qualcuno avrebbe voluto la polizia italiana più decisa, ma nessuno può prevedere che una partita di calcio tra due nazionali si possa trasformare in una situazione da guerra civile».
ROMA - Il capo della polizia, Antonio Manganelli, nel corso della riunione che si è svolta al Viminale, ha fatto presente al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, «che era possibile impedire l'arrivo dei tifosi serbi, sia perchè l'abolizione dei visti della Serbia rende impossibile il controllo alla frontiera, sia perchè non ci sono state specifiche indicazioni sui movimenti di tifosi da parte delle autorità serbe che potessero consentire l'adozione di particolari misure di prevenzione».
Diciassette arresti e 16 feriti dopo gli atti di violenza e di intemperanza è il bilancio della notte di follia. Tra gli ultrà finiti in manette c'è Ivan Bogdanov, l'uomo vestito di nero (un teschio disegnato sulla maglietta). E' quello che le telecamere hanno ripreso nello stadio mentre si arrampica su una impalcatura nello stadio Ferraris per tagliare una rete di protezione. E' lui probabilmente il 'capo' degli ultrà che fonti serbe definiscono leader del gruppo Ultra Boys della Stella rossa Belgrado.
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