18 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Batteri nelle uova

Salmonella nella uova, a oggi quasi 1.500 persone si sono ammalate

Da quando c’è stato il focolaio di salmonella nelle uova partito dalla Polonia, in 18 Paesi, Italia compresa, ci sono stati quasi 1.500 casi di salmonellosi, la pericolosa infezione

Uova e salmonella
Uova e salmonella Foto: Professional Foto CL | shutterstock.con Shutterstock

I casi di salmonellosi legata alla presenza del batterio salmonella nelle uova sono arrivati quasi a 1.500 dall’inizio del focolaio avvenuto in Polonia e durato più di 6 anni. In tutto, sono stati coinvolti 18 Paesi europei: Italia, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Slovenia, Svezia, Regno Unito, Croazia, Finlandia, Grecia e ovviamente Polonia.

I numeri del contagio
Secondo i dati rilasciati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), in totale sono stati associati all’epidemia 1.412 casi. Di questi, dal febbraio 2017, ne sono stati confermati 532 e 166 sono stati classificati come infezioni probabili. A cui si aggiungono 343 casi storici confermati e 367 probabili storici tra il 2012 e il 31 gennaio 2017. Infine, per quattro focolai d’infezione confermati non sono state segnalate date. Nella classifica delle infezioni da Salmonella Enteritidis, al primo posto troviamo il Regno Unito, con quasi 600 casi. Seguono i 300 casi dei Paesi Bassi e quasi 200 del Belgio. A causa della salmonellosi sono stati segnalati almeno due decessi: un bambino di cinque anni in Croazia e un altro decesso in Ungheria.
La valutazione epidemica fatta da ECDC-EFSA nel dicembre 2017, risulta che 15 paesi dell’UE hanno segnalato 336 casi confermati, mentre 94 sono stati contrassegnati come probabili, più tre nuovi casi storici confermati e associati all’epidemia in corso in diversi Paesi. Sette casi storici probabili avvenuti nello stesso periodo sono tuttavia stati esclusi.

Ancora casi nel 2018
L’epidemia di salmonella, che dura ormai da 6 anni ha continuato a mietere vittime: diversi casi e nuovi focolai sono infatti stati segnalati anche nel 2018. Il veicolo delle infezioni pare sia stato sempre lo stesso, ovvero le uova provenienti dalla Polonia. Uova che sono state commercializzate in tutta Europa. Questi prodotti avicoli sono stati trovati essere veicolo di infezioni e insorgenza di ceppi batterici multipli.

Le indagini
Parte delle indagini per arginare il problema hanno previsto il rintracciamento delle uova incriminate, rinvenute il tre centri di confezionamento e in 52 allevamenti di galline ovaiole. Di questi, 18 aziende agricole erano positive alla Salmonella enteritidis. La maggior parte degli allevamenti e i 3 centri di imballaggio appartengono a un consorzio polacco e sono considerati interconnessi. Le misure di controllo hanno invece previsto il divieto di vendita delle uova da tavola provenienti da allevamenti e centri d’imballaggio risultati positivi alla salmonella. Tuttavia, il divieto non si applicava alle uova utilizzate per la produzione di alimenti e derivati trattati termicamente, ed è stato revocato nel giugno 2017. Infine, dopo l’abbattimento del pollame risultati positivo alla salmonella, negli stabilimenti sono stati introdotti nuovi polli – che si spera non facciano la stessa fine, anche se l’uso massiccio di antibiotici e disinfettanti non scongiura il pericolo. Anzi, c’è un maggiore rischio che si sviluppino batteri resistenti.