19 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Alzheimer e Parkinson

Alzheimer e Parkinson, scarsi risultati. Pfizer fallisce e rinuncia alla creazione di nuovi farmaci

Anche Pfizer rinuncia alla lotta contro Alzheimer e Parkinson le due malattie degenerative più temute

Pfizer rinuncia alla ricerca contro Alzheimer e Parkinson
Pfizer rinuncia alla ricerca contro Alzheimer e Parkinson Foto: Shutterstock

Un risultato completamente inaspettato persino per la stessa Pfizer, uno dei più grandi colossi farmaceutici. L’azienda negli ultimi anni aveva investito parecchie risorse alla ricerca di una possibile cura contro le due malattie neurologiche più temute: Parkinson e Alzheimer. Ma le cose non sono andate affatto come si sperava e i risultati sono stati estremamente scarsi. Per tale motivo la casa farmaceutica si è vista costretta a licenziare oltre 300 ricercatori del settore delle neuroscienze. Lavoravano a Cambridge, in Massachusetts e in Connecticut.

Nessuna rinuncia
Ma non dobbiamo temere: Pfizer ha dichiarato che non rinuncerà totalmente alla lotta contro le malattie neurodegenerative. I fondi saranno infatti destinati a programmi di ricerca diversi. È importante sottolineare che in precedenza già Merk aveva abbandonato l’idea di trovare una soluzione contro questo genere di patologie che stanno devastando l’umanità, le cui cure sembrano un obiettivo pressoché irraggiungibile.

Fallimenti continui
Questa, purtroppo, è la dura realtà: le case farmaceutiche che hanno cercato di trovare una soluzione contro il morbo di Parkinson e la malattia di Alzheimer hanno fallito. Tutte le risorse che i ricercatori hanno avuto a disposizione non sono state sufficienti a fare importanti passi avanti. Tra quelli su cui si puntava maggiormente erano una sorta di anticorpo prodotto nel 2012 grazie alla collaborazione con Johnson & Johnson ed Elan Pharmaceuticals, ma i risultati non sono stati quelli che ci si aspettava.

Cause ignote
Il problema sembra essere alla fonte. Se da un lato negli ultimi anni si è praticamente accertata l’associazione tra l’Alzheimer, le placche amiloidi e gli ammassi neurofibrillari, dall’altra la vera causa che porta a questo scompenso non è mai stata identificata. Per tale motivo diviene pressoché impossibile formulare farmaci realmente efficaci. Quindi, allo stato attuale, abbiamo a disposizione solo farmaci sintomatici e non ci resta altro da fare che confidare nella futura ricerca, anche se non sarà finanziata da Pfizer.