Europa: ancora nessun accordo per il Glifosato. Ed è ancora nei nostri piatti
Il glifosato probabilmente rimarrà nei cibi (e quindi nelle nostre tavole) ancora a lungo. L’unione Europea pare non trovare un accordo. I rischi per la salute
È uno degli erbicidi più utilizzati nonostante siano molte le accuse sul glifosato in merito ai danni relativi alla salute di esseri umani, animali e ambiante. D’altronde ricordiamo che (anche) con la maggior parte dei pesticidi attualmente in uso sono state trovate strette relazioni con disturbi neurologici, tra cui il tanto temuto morbo di Parkinson. In questi ultimi giorni si sta discutendo molto per la licenza di utilizzo del glifosato. Tutte le proroghe per i prossimi dieci anni sono state bocciate, ma si pensa a un rinnovo per i cinque anni futuri. Le polemiche si sprecano e i timori di incappare in malattie gravi (tra cui anche il cancro) sono in aumento. Ecco cosa ci aspetta.
Cosa accadrà il prossimo 15 dicembre?
La licenza scade il prossimo 15 dicembre. Da quel momento in poi avremmo potuto essere finalmente liberi dal glifosato, ma probabilmente non sarà così. La Commissione ha tentato di rilanciare un’estensione ridotta (a 5 anni, anziché 10). Allo stato attuale, tuttavia, non c’è ancora niente di certo, a parte il fatto che i rappresentanti tecnici dei paesi dell’Unione Europea sono stati convocati il 9 novembre. Durante tale data bisognerà prendere una scelta: eliminare il glifosato per sempre o optare per la proposta di rinnovo a 5 anni?
I primi dati
La buona notizia è che lo scorso mercoledì, i 28 rappresentati (di 16 Stati) non hanno raggiunto la maggioranza per la proroga a 10 anni. Chi ha espresso pubblicamente la contrarietà è stata, in primis, l’Italia, poi la Francia, l’Austria, il Belgio e il Lussemburgo. D’altro canto Regno Unito e Irlanda sono più che favorevoli anche a una licenza che superi gli ineluttabili dieci anni. Tuttavia se non si raggiunge il fatidico 55% di maggioranza, la proroga non ci sarà. Secondo alcune indiscrezioni probabilmente si arriverà a un compromesso di tre anni.
Glifosato e cancro
I timori dei cittadini in merito all’utilizzo del glifosato sono molti. Ricordiamo che poco meno di due anni fa uno studio del Centro internazionale di ricerca sul cancro dell'Organizzazione mondiale della Sanità, aveva definito il glifosato un probabile cancerogeno. Tuttavia è importante sottolineare che su questo aspetto pare esserci un disaccordo da parte dell’Efsa e dell’Echa. Quest’ultima ritiene, però, che il glifosato possa causare seri danni agli occhi e a tutti gli organismi che vivono in ambienti acquatici.
Il glifosato rimane nel sangue
D’altro canto uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association (JAMA), ha evidenziato un fatto particolarmente inquietante. I ricercatori dell'Università della California presso la San Diego School of Medicine hanno cominciato i loro studi nel lontano 1993, ovvero l’anno prima che Monsanto utilizzasse coltivazioni geneticamente modificate resistenti al RoundUp (nome commerciale del glifosato). Pare che da allora, l’utilizzo del diserbante sia aumentato di circa 15 volte. E il tutto, purtroppo, è facilmente rintracciabile nel nostro corpo. Il glifosato, infatti, una volta entrato nel sangue viene espulso in parte attraverso le urine: se inizialmente i livelli medi erano di 0,2 microgrammi per litro, oggi la media si attesta intorno ai 0,44 per litro. A tutto ciò va però aggiunto che i livelli massimi consentiti dall'Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti è di 1,75 milligrammi.
Niente di certo ma…
Insomma, pare non esserci ancora niente di certo, né sulla proroga né sui rischi per la salute umana. Quello che è sicuro è che si tratta pur sempre di sostanze chimiche che impattano in maniera negativa il corpo umano e l’ambiente. Infine, non dobbiamo dimenticare le parole degli esperti dell’OMS: «L’uso eccessivo di pesticidi è molto pericoloso per la salute umana e per l’ambiente, ed è fuorviante affermare che i pesticidi sono vitali per garantire la sicurezza alimentare».
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