19 aprile 2024
Aggiornato 10:00
I benefici per il bebè e per la neo-mamma

Allattamento: tutte le ragioni per farlo

Il numero delle genitrici che rinuncia al suo effetto protettivo è crescente

Si sa che l’allattamento, oltre che un’indubbia fatica per la neo mamma, è anche una bella seccatura per quelle genitrici, ossessionate dal problema dell’estetica e dalla voglia di riprendere le loro attività in fretta senza vincoli di orari e senza il timore di ritrovarsi col vestito bagnato dalla calata del latte. Ma allattare un bambino è un gesto d’amore al quale nessuna mamma dovrebbe rinunciare soprattutto perché comporta notevoli benefici per la salute della prole.

Vogliamo dire quali?
1) Il latte materno è la prima immunizzazione del neonato: riduce l’incidenza di varie malattie come l’otite media, diarrea, polmonite, asma e allergie, anche anni dopo che l’allattamento è cessato. Anche l’insorgenza di infezioni delle vie urinarie, di eczemi e di eruzioni cutanee nella zona del pannolino risulta meno frequente tra gli allattati al seno rispetto ai bambini nutriti con latte artificiale;
2) Riduce il rischio di soprappeso e obesità, grazie al suo alto contenuto di proteine e di vitamine liposolubili;
3) Favorisce lo sviluppo comportamentale del bambino. Migliora il suo Quoziente Intellettivo. Influenza l’evoluzione del cervello ( abilità nell’afferrare gli oggetti, nell’articolare sillabe, nel gattonare);
4) Scongiura il mal di pancia e le flatulenze essendo facilmente digeribile;
5) Rafforza il legame affettivo tra madre e figlio;

Per tutte queste ragioni i pediatri sono concordi, infatti, nel raccomandare l’allattamento al seno fugando uno dei primi dubbi della neo mamma che è quello di non produrre latte a sufficienza. E il più delle volte è un dubbio privo di fondamento in quanto per produrre latte in quantità adeguata e per il tempo necessario, basta attaccare al seno il bimbo ogni volta che lo richiede. Nonostante ciò, alcune mamme continuano a credere di dover aspettare per permettere al seno di «riempirsi» fra una poppata e l'altra per poter avere latte a sufficienza per i loro bambini, e alcune fonti tradizionali di consigli per i genitori incoraggiano le mamme ad aderire a un orario secondo il quale bambini molto piccoli vanno alimentati ad intervalli di tre o quattro ore. Per alcuni bambini potrebbe essere possibile crescere bene con un simile allattamento ad orario, ma per altri non è così. Una migliore comprensione dell'importanza dell'allattamento a richiesta, nonché il ruolo dell'appetito del neonato nella regolazione della produzione del latte, ci proviene da ricerche recenti, che spiegano i meccanismi che regolano la produzione di latte nel seno. Un accurato lavoro ha concluso che la velocità di sintesi del latte fra le poppate varia a seconda del grado di pienezza del seno: più il seno è pieno, più la velocità di produzione del latte è lenta, e al contrario, più il seno è vuoto, maggiore è la velocità con cui il latte viene rimpiazzato. Un bambino che si sta preparando per poppare lo dimostra prima ancora di svegliarsi. All'inizio potrebbe muoversi leggermente in modo tranquillo o poco agitato, o sembrare irrequieto o nel sonno. Se la sua mano si trova vicino al viso potrebbe girare la testa, cercando di succhiare il pugno o qualunque altra cosa che si trova vicino alla bocca. Se questi segnali precoci vengono ignorati, il bambino comincia ad emettere dei rumori acuti, e alla fine un pianto vero e proprio, esprimendo che il suo nutrimento è in ritardo. Una madre con esperienza di allattamento che sta vicino al bambino, solitamente riconosce i suoi bisogni, mettendolo al seno in un momento precoce di questa sequenza di segnali. Quando però la madre allatta il bambino ad orario, e / o dorme lontano da lui, tutto si svolge in una maniera molto diversa.

Un neonato che viene lasciato piangere anche per pochi minuti può diventare molto disorganizzato, e avere maggiore difficoltà nell’ attaccarsi al seno e succhiare correttamente. Di conseguenza spesso non prende tutto il latte di cui ha bisogno e, se questa serie di eventi viene ripetuta, con il tempo la produzione di latte della madre si ridurrà. Questo è ancora un altro modo in cui l'imposizione degli orari può inibire la produzione materna di latte. In un tentativo di evitare pianti eccessivi, alcuni sostenitori dell'allattamento ad orario promuovono l'uso di succhiotti per ritardare il momento della poppata e/o per eliminare la suzione non nutritiva al seno. Interventi di questo genere non sono senza rischi: uno studio recente ha documentato che l'uso di succhiotti è associato alla durata ridotta dell'allattamento al seno1, mentre un altro studio ha rilevato che le madri che utilizzano succhiotti per i loro bambini spesso esercitano un grado superiore di controllo comportamentale durante l'allattamento, che ancora a sua volta porta spesso a una minor durata complessiva dell'allattamento al seno.

Un insieme di prove empiriche e teoriche continua a dare fondamento alle raccomandazioni dell'Accademia Americana dei Pediatri: che i bambini, e in particolare quelli allattati al seno, hanno bisogno di essere allattati a richiesta e dovrebbero essere liberi di stabilire da soli il proprio orario, piuttosto che obbligati a seguire un orario predeterminato. è altresì la nostra conclusione che le pratiche, che interferiscono con la capacità del bambino di segnalare i propri bisogni, sono state responsabili di aumenti ponderali insufficienti, mancanza di crescita adeguata, mancanza di latte, svezzamento precoce non voluto, e forse anche di casi di coliche, nonché regressione e depressione nei neonati, come risultato di mancanza, da parte dei genitori, di una risposta ai segnali disperati del bambino. E’ vero che subito dopo il parto, l’anestesia, la somministrazione di sedativi e altri motivi di stress possono ostacolare l’inizio della lattazione ma questo non deve spingere una madre a non iniziare affatto l’allattamento. Anche nei rarissimi casi del cosiddetto ittero da latte materno non ci sono rischi per la salute del bambino ed è consigliabile allattare piuttosto che ricorrere al latte artificiale. Uniche due controindicazioni all’allattamento (se si esclude la galattosemia, una rara malattia ereditaria) sono l’uso di alcuni farmaci incom patibili e le infezioni virali in atto nella madre, in particolare Hiv e herpes bilaterale del capezzolo.

Oltre che per il bebè, l’allattamento è salutare pure per la madre, la quale, fintanto che allatta e finché non è ricomparso il ciclo usufruisce della protezione da altre gravidanze nella misura del 98% nei primi sei mesi di vita del bambino:
1) L’allattamento sviluppa l’autostima favorendo il benessere emozionale e psicologico della neo mamma;
2) Facilita il recupero fisico dopo il parto e, aumentando il fabbisogno energetico, aiuta a smaltire gli eventuali chili di troppo accumulati in gravidanza;
3) Riduce i rischi di anemia perché ogni volta che la mamma allatta l’utero si contrae prevenendo eccessive perdite di sangue. Col passare dei mesi, l’allattamento riduce la frequenza e la gravità dell’anemia perché ritardando il ritorno del ciclo mensile, aiuta la mamma a ricostruire le sue riserve di ferro;
4) Nel lungo termine riduce il rischio di sviluppare osteoporosi, cancro al seno e all’epitelio delle ovaie.