21 gennaio 2025
Aggiornato 19:30
Giustizia

Giorgia Meloni contro Alfonso Bonafede: «I boss scarcerati durante il lockdown ancora liberi, dimissioni subito»

Per il grillino titolare del ministero della Giustizia arriva ancora una volta la richiesta di dimissioni: «Per riportare i boss in galera bisognava revocare la scellerata circolare del Dap»

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Giorgia Meloni lancia una raccolta firme tra i cittadini per chiedere le dimissioni del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, accusandolo di non essere riuscito a riportare in carcere 112 detenuti, «mafiosi e narcotrafficanti», scarcerati nei mesi del lockdown.

«È scandaloso che 112 mafiosi e narcotrafficanti scarcerati durante il lockdown - scrive la presidente di Fratelli d'Italia in un post su Facebook - non siano mai tornati dietro le sbarre e si trovino ancora ai domiciliari. Il 'sommo scarceratore di boss' Bonafede aveva giurato che dopo averli liberati li avrebbe riportati uno ad uno in galera, ma era una colossale menzogna».

«Fratelli d'Italia lo ha denunciato fin dall'inizio: per riportare i boss in galera bisognava revocare, e non semplicemente sospendere, la scellerata circolare del Dap che ha spalancato le porte del carcere ai mafiosi e cancellare immediatamente l'ignobile articolo 123 del decreto 'Cura Italia', che ha introdotto il nesso tra detenzione e rischio contagio. Bonafede abbia la decenza di dimettersi», conclude Meloni.

Lollobrigida: «Boss a casa schiaffo a chi combatte la mafia»

«Più di cento boss ancora a casa grazie all'incompetente ministro Bonafede. A tre mesi dalla fine del lockdown, il 50% degli uomini dei clan, agli arresti domiciliari per evitare di contrarre in carcere il Covid-19, resta comodamente nella propria abitazione, nonostante il decreto che avrebbe dovuto riportarli in cella. E' inaudito che il Governo sia in grado di recludere gli italiani ma incapace di rispedire nei penitenziari i membri delle cosche». Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.

«Nel giorno dell'anniversario dell'assassinio del generale Dalla Chiesa, una notizia che calpesta il lavoro di chi quotidianamente combatte la mafia. Una situazione che rischia di aggravare ancora di più il lavoro di controllo delle forze dell'ordine. Ancora una conferma del fallimento dell'esecutivo guidato da Conte. Bonafede abbia la decenza di dimettersi».