20 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Partito Democratico

Graziano Delrio: «Con Letta si può vincere»

Il capogruppo del PD alla Camera: «Continueremo a cercare le alleanze nel centrosinistra e con il M5S». Orlando: «Approviamo ius soli in Parlamento». Calenda: «Vediamo cosa farà Letta per il voto nelle città»

Graziano Delrio, Capogruppo del PD alla Camera
Graziano Delrio, Capogruppo del PD alla Camera Foto: Giuseppe Lami ANSA

«Con Letta si può vincere, sì. L'ambizione che dobbiamo sempre darci è essere l'asse portante della coalizione, consapevole della sua forza». Così in un'intervista al Corriere della Sera il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio. «Continueremo a cercare le alleanze nel centrosinistra e con il M5S. Il punto per il Pd è esserci con forza con le sue proposte, come fa nelle Regioni e nei Comuni», prosegue Delrio, che sullo ius soli dice: «Che ci sia una distanza» con Salvini «è fuori discussione», ma «oltre all'agenda di governo c'è l'agenda parlamentare, e la proposta dello ius soli è già incardinata. C'è un mondo prima e un mondo dopo il Covid, che deve essere più giusto. Spero che tra le forze parlamentari ci sia voglia di ragionare senza vincoli».

Nel discorso di Letta, conclude il deputato, «ho visto una identità molto solida e una certa radicalità nei nostri valori. Il discorso del segretario va a fondo sulla natura di un grande partito di centrosinistra che è sanare le disuguaglianze e fare della giustizia sociale, ambientale ed economica la sua bandiera».

Orlando: «Approviamo ius soli in Parlamento»

«Salvini? Mi pare più una cavolata pensare di inibire l'attività parlamentare. Se ci fosse una maggioranza, lo ius soli andrebbe approvato. Ritengo che sui terreni di non stretta agenda del governo il Pd debba conservarsi la massima libertà di azione. E' ragionevole che in questa nuova fase si punti a un ulteriore obiettivo di civiltà». Così in un'intervista a La Stampa il ministro del Lavoro e vicesegretario del Pd, Andrea Orlando torna sulle parole di ieri del nuovo segretario Enrico Letta.

«Dialogare pure con Renzi? Ritengo sia un passaggio che serva anche a fare giustizia e verità del posizionamento di ogni forza, di chi davvero sta ancora nel centro sinistra e di chi guarda ad altre prospettive. Lo ritengo un passaggio necessario. Serve un elemento di chiarezza. E se vuole fare un campo largo come dice giustamente Enrico, il Pd non può accettare che si mettano preclusioni su nessuno, tanto più sull'altra principale forza, oltre al Pd, di questo campo potenziale».

«Conte capo dei 5stelle ci porterà via voti? Dipende dalla reazione che mettiamo in campo. Io non credo che il tema dell'alleanza risolva il tema dell'identità», prosegue Orlando: «Credo che il Pd stia meglio di quando lo abbiamo preso. Non solo per aver superato l'isolamento politico, ma perché ha svolto una funzione fondamentale per l'europeizzazione del quadro italiano».

Calenda: «Bene Letta ma vediamo cosa farà per il voto nelle città»

«Letta mi è piaciuto. Ci sono tante cose degne di interesse. Sono contento che ci sia lui, certamente ci confronteremo», ma «le le alleanze nelle città sono banco di prova: l'esperienza dei Cinque Stelle a Torino e Roma è stata fallimentare. Se si continua a pensare che 'senza il M5S non si può vincere' si parte con il piede sbagliato. E mi auguro davvero che non sia questa l'idea di Letta». Così Carlo Calenda, leader di Azione, in un'intervista al Corriere della Sera.

Per Calenda «contano soprattutto le proposte: a quali riforme del lavoro, della pubblica amministrazione, dei sostegni al reddito pensa il Pd? Sarà capace di staccarsi da pulsioni giustizialiste? Saprà far stare insieme le parole diritti e doveri, merito e uguaglianza? Su queste cose si vedrà se c'è svolta».

«Il problema del Pd non è legato solo a chi lo guida. È tornare ad essere un partito riformista, non più in perenne lotta con sé stesso, ma con un'identità forte. Quella che troppo spesso in questi anni è andata perduta anche per inseguire il M5S sul suo stesso terreno», conclude.

Bonaccini: «Costruire nuovo Pd, leader in un grande centrosinistra»

«Lavoriamo insieme a Enrico per ridare una identità chiara al Pd e per costruire un centro sinistra largo e vincente. Finiamola di parlare solo di noi stessi e ricominciamo a occuparci dei problemi della gente. Oggi cominciamo una nuova storia. Invece di disegnare scenari, stiamo sulle cose». Lo dice in un'intervista a La Stampa il presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.

Per Bonaccini «dobbiamo costruire un nuovo Pd, capace di ascoltare, coinvolgere, proporre nuove idee. E di aprire un confronto vero, sui contenuti, che porti a un nuovo centrosinistra. In Conte vedo un ottimo interlocutore. La concorrenza a cui guardo è quella alla destra: per questo serve un campo largo, progressista e riformista, che dia spazio e valore anche alle forze civiche della nostra società, che vada da Elly Schleina Calenda. Ho sempre pensato ad un grande Pd in un grande centrosinistra, e non ho cambiato idea», conclude.