Alessandro Di Battista verso lo strappo: «Qualcuno non vuole che diventi capo politico del M5s»
Il grillino mette nel mirino la linea dei 5 Stelle: «L'alleanza col PD è la morte nera. Se si va al proporzionale, perchè parlare sempre di noi e il Pd? Problema è identità, se M5s come il PD voti l'originale»

«Io voglio bene al MoVimento, credo nel progetto e credo che l'alleanza strutturale col Pd sia per noi la morte nera». Lo ha detto Alessandro Di Battista, intervistato a Piazza Pulita.
«Se oltretutto si sta andando, cosa che io leggo, verso una legge elettorale proporzionale per quale motivo ogni giorno fare interviste su noi e il Pd, col Pd? Penso che così facendo si andrà verso un indebolimento del M5s che diventerà magari un partito come l'Udeur buono più per la gestione di poltrone e di carriere, non è quello per cui ho combattuto. Lo dico senza polemica, io non è che devo per forza fare carriera politica. Se mi interessasse la carriera politica mi allineerei ad un pensiero che mi sembra piuttosto maggioritario, dominante, nel M5s. Sarebbe più facile, vivrei più sereno».
Alla domanda se farà campagna elettorale ai ballottaggi, Di Battista ha risposto: «Che ci vada Di Maio che si è speso per questa alleanza territoriali mi sembra sacrosanto. Quando vedo i risultati del Movimento all'interno di queste coalizioni, non sono risultati eccezionali».
«M5s va in altra direzione rispetto alle mie battaglie»
«Se c'è l'opportunità di dare una mano al Movimento, posso dare una mano a determinate condizioni che soddisfano le mie idee, una lotta all'establishment che non è finita. Mi sembra che ultimamente sono solo io che me la prendo con certi conflitti di interesse, con la concentrazione del potere in poche mani, con gli editori impuri. Mi sembra sempre che sia io a fare determinate battaglie quasi in solitudine e il movimento invece va in un'altra direzione. Legittimo eh, per carità di Dio, ma io ho altre idee».
«Ci sono alcune persone, per esempio Nicola Morra o anche altre, che sono sempre state contrarie al capo politico. Altre persone in questo momento spingono per la leadership collegiale perchè c'è il pericolo che possa diventare io» il capo politico.
«Problema è identità, se M5s come Pd voti l'originale»
Il M5s deve «ricostruire la sua identità», perchè se venisse percepito come «più o meno» uguale al Pd, gli elettori «sceglierebbero l'originale. Il problema principale del Movimento è l'identità che si può ricostruire solo in maniera collegiale permettendo agli iscritti, che poi sono i veri proprietari del M5s, di potersi esprimere per trovare una linea. Prima definiamo questa agenda politica poi ragioniamo e anche in maniera molto machiavellica troviamo la migliore strategia politica. Io non sono uno che vuole tornare all'opposizione, io vorrei che il Movimento governasse sempre...».
È pronto a presentare una sua mozione agli Stati generali? «Se ci sarà l'opportunità mi piacerebbe discutere come tutti gli iscritti su quello che va e che non va sul futuro politico». E a «quelli che spingono per un'alleanza col Pd, a Di Maio, Taverna, che spingono per questa alleanza col Partito Democratico, dico: vuoi per forza fare l'alleanza col Pd, e io sono in disaccordo? Bene rafforzati, tira fuori determinate idee, ti presenti con queste idee e ti siedi per fare un'alleanza su questi temi e progetti». Invece, accusa Di Battista, «ultimamente sembra che il Movimento voglia fare delle alleanze altrimenti vincono gli altri. Questo ragionamento è perdente».
Sul fronte dei temi, Di Battista ha detto: «Io sto lavorando a un progetto di servizio ambientale per contrastare la disoccupazione giovanile, a un progetto di car sharing nazionale. Credo nella sanità pubblica, nei trasporti pubblici, nell'acqua pubblica, credo nell'intervento anche diretto ove possibile dello Stato e allo stesso tempo credo nell'impresa privata a partire dalla piccola e media impresa. Creiamo questa identità, vediamo quanti voti prenderemo. In base ai voti si deciderà cosa fare. Temo che oggi se tutti gli italiani dovessero percepire che il Movimento e il Pd siano più o meno la stessa cosa, poi alla fine votano l'originale».
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