19 marzo 2024
Aggiornato 06:30
Crisi Coronavirus

Coronavirus, duro Matteo Salvini: «Conte sigilli confini o si dimetta»

Il leader della Lega: «Controllare chi entra e esce. Sigillare i confini. Altrimenti qualcuno ne dovrà rispondere davanti al popolo italiano». Calderoli: «Prime vittime e per il Governo tutto bene»

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ROMA - L'Italia deve «sigillare i propri confini» e se il premier Giuseppe Conte non è all'altezza «deve farsi da parte». Lo ha detto Matteo Salvini in una diretta su Facebook, commentando i casi di Coronavirus nel lodigiano e in Veneto. «Controllare chi entra e chi esce. Blindare, sigillare i confini. Ora o mai più. Altrimenti qualcuno ne dovrà rispondere davanti al popolo italiano». Ha aggiunto Salvini: «Se qualcuno non ha fatto tutto quello che è dovere fare ne risponderà di fronte al popolo italiano. Se Conte non è in grado di garantire la salute pubblica di chi vive in questo straordinario paese si faccia da parte e lasci lavorare chi sa e ha voglia di lavorare per difendere gli italiani».

Salvini afferma: «L'appello che la politica tutta dovrebbe fare, al di là dei partiti, è: fare adesso quello che non si è fatto prima, meglio tardi che mai. Controllare, controllare, controllare. Verificare chi entra, chi viene, chi va. Amici, parenti, collaboratori». Per il leader della Lega «non è il momento, quando c'è in ballo quella che l'Oms definisce un'epidemia mondiale, di avere paura o di far finta di niente, di lasciare che sia la volontarietà a decidere. No! Controlli, chiunque rientri dalla Cina, sia stato in contatto con qualcuno che è stato in Cina, rimane fermo. Non per un'ora ma per 14 giorni. Si sente parlare di quarantena volontaria. Ma quando mai si è visto?».

Ha aggiunto l'ex ministro: «Uno Stato ha il dovere di difendere la salute dei suoi cittadini. Io - non da senatore, ma da papà, da uomo e da ministro che fu - pretendo di sapere chi entra ed esce dal mio paese. Legalmente o illegalmente, in aereo, barchino, barcone, camion o con qualunque altro mezzo. Non è il momento di avere paura o di fare finta di niente o di fare un passo indietro per scelta politica».

Salvini: «L'avevamo detto»

I casi di Coronavirus erano prevedibili, Matteo Salvini parla su Facebook e dice: «Noi l'avevamo detto. Ricordate nelle settimane scorse quando i governatori della lega chiesero la chiusura delle scuole o quantomeno il controllo di chi aveva avuto contatti con chi era stato in Cina? 'Uhhh, sciacalli, esagerati, allarmisti'». Aggiunge il leader della Lega: «Ecco, non è mai bello dire 'l'avevamo detto'. Però quando c'è di mezzo la salute, soprattutto un virus così letale, è meglio un controllo in più che un controllo in meno».

Salvini parla anche del rischio che a suo giudizio può venire dagli sbarchi di migranti dall'Africa: «Ora che anche alcuni scienziati e virologi denunciano anche il rischio dal continente africano, mi auguro che qualche antifascista, antirazzista di professione si renda conto che controllare chi entra nel nostro paese è un dovere, non un diritto di un'amministrazione pubblica».

Conclude Salvini: «Non siamo scienziati, non siamo maghi. Ma se mezzo mondo controlla chi arriva ai confini e solo l'Italia arriva dopo, evidentemente c'è qualcuno che o non ha capito o non è in grado di fare il suo mestiere. Non è un modo di buttarla in politica, qua ci sono i primi contagi. Pare che i soggetti che hanno contratto il virus abbiano girato almeno 15 giorni prima di essere identificati. Quindi io pretendo dal governo il controllo di chiunque entra ed esce dal nostro paese».

Calderoli: «Prime vittime e per il Governo tutto bene»

«I numeri in continuo aumento di contagiati dal coronavirus in Lombardia e Veneto certificano che l'Italia è il Paese a livello europeo più colpito. Il Governo e il premier Conte continuano a ripetere che va tutto bene e che bisogna fidarsi delle loro misure, ma i numeri li smentiscono e confermano che l'Italia non sta mettendo in campo le misure giuste». Lo afferma il sen. Roberto Calderoli, della Lega, Vice Presidente del Senato.

«Qui - ha aggiunto - non bisogna fronteggiare un rischio di epidemia che può esplodere, qui bisogna affrontare un'epidemia che è esplosa. Per cui occorre mettere in campo le stesse misure che ha adottato la Cina. Il virus si sta estendendo, non si può ragionare a macchia di leopardo, con alcune province blindate, dove vengono annullati tutti gli eventi o spostamenti, e altre a dieci chilometri dove tutto va avanti come se nulla fosse. Ma ci illudiamo che basti blindare il basso lodigiano per evitare contagi nel resto della Lombardia? Sveglia...».