Suicidio assistito, Gaetano Quagliariello: «Refuso Consulta? No, cambio sostanziale. In peggio»
Il Senatore: «Il cambio dalla 'e' alla 'o' rispetto al comunicato di ieri e al tema delle sofferenze fisiche e psicologiche è un cambio sostanziale»
ROMA - «La Corte Costituzionale ieri ha emesso un pronunciamento che incide in profondità sulla concezione dell'uomo e sulla nostra idea di civiltà. Ciascuno può avere nel merito la propria opinione. Ciò che non è pensabile, al di là di qualsiasi questione di congruenza con l'ordinanza dello scorso anno, è far passare il cambio dalla 'e' alla 'o' rispetto al comunicato di ieri e al tema delle sofferenze fisiche e psicologiche, come un 'refuso'. Con ogni evidenza non può essere considerato tale. Si tratta di una differenza sostanziale che sposta di molto l'asticella. In peggio». Lo dichiara il senatore Gaetano Quagliariello, leader di «Idea».
«Suicidio di Stato»
«E’ inutile girarci attorno: da stasera non abbiamo il trionfo dell’autodeterminazione ma, completando l’opera avviata con la legge sulle Dat, il suicidio di Stato conclamato. La sentenza della Corte Costituzionale, di cui attendiamo il deposito per una compiuta cognizione - prosegue -, smentisce coloro che nel fronte ‘pro life’ ritenevano che questo momento non sarebbe mai arrivato e per questo hanno fatto perdere tempo prezioso e direi ‘vitale’. E smentisce quanti, anche nelle aule parlamentari, avevano negato che la legge 219 sulle Dat contenesse in sé il principio eutanasico. Ci auguriamo che tutti, nel fronte dei difensori della vita - conclude Quagliariello -, prendano atto della situazione e siano pronti a salvare il salvabile senza massimalismi, tatticismi e dilazioni».
Gasparri: «Sentenza apre a suicidio con complicità dello Stato»
«Confusione, arbitrio, sopraffazione. Questo trovo nella decisione della Corte Costituzionale che apre la strada all'eutanasia e al suicidio con la complicità dello Stato. Si scaricano sul servizio sanitario e sulla magistratura responsabilità abnormi. Si impedisce al Parlamento di legiferare ma, contraddicendosi, se ne auspica poi l'intervento. Perché allora la Corte Costituzionale è scesa in campo andando oltre le proprie competenze e responsabilità? C'è cinismo in questa decisione. Ci sono responsabilità anche della politica. Troppi hanno taciuto e troppi hanno evitato un dibattito fondamentale sulla vita e sulla morte». Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri.
Udc: «aberrante leggerezza su fine-vita»
«Deve essere questo Parlamento di transfughi ad occuparsi in maniera seria e responsabile di una materia così delicata come la gestione del fine-vita, invece di attardarsi in patetiche elucubrazioni su come far quadrare il bilancio dello Stato, ponendo gabelle finanze sulle merendine. Da medico cattolico trovo aberrante la leggerezza sull'argomento quando negli ospedali e nei luoghi di cura si lotta oltre le proprie forze per salvare una vita umana e per dare una giusta dignità alla morte». Così in una nota Mario Polichetti, responsabile nazionale Udc Sanità e Politiche sociali.
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