Bonino scettica: «Non credo alla conversione dei 5 Stelle»
La leader di +Europa, Emma Bonino, in un'intervista al Foglio: «Non dimentico il tonno, le sardine, il Parlamento che volevano superare»
ROMA - «Non vorrei dopo aver lottato contro Salvini, ritrovarmi a lottare con la piattaforma Rousseau. Io non vorrei imbarcarmi». E' quanto afferma la leader di +Europa, Emma Bonino, in un'intervista al «Foglio». Bonino spiega che i 5 stelle «si sono spurgati del verde leghista, ma rimane il loro colore giallo, il giallo di matrice antiparlamentare. Il giallo che li ha portati a solidarizzare, in Francia, con i gilet. Purtroppo non sono nata ieri e non dimentico la natura del M5S, e per questo non posso smettere di denunciarlo».
«Non credo a conversione M5s»
«A differenza di tanti - prosegue Bonino - io diffido di questa conversione sulla via di Damasco del M5S. Non dimentico il tonno, le sardine, il Parlamento che dicevano di voler superare. E ancora, la democrazia del sorteggio: 'I parlamentari? Perché non li tiriamo a sorte', consigliava Beppe Grillo. Improvvisamente sono passate in secondo piano tutte le loro stupidaggini».
«Trattativa difficilissima»
«Io credo - argomenta ancora la leader di +Europa - che la trattativa sarà difficilissima, e non solo per il Pd. Il M5S dovrebbe disfare tutto il suo programma, rimettere al centro il ruolo del Parlamento e dell'Europa. Naturalmente cancellare immediatamente il dl sicurezza primo e secondo che ha votato con convinzione. Così come dovrebbe rinunciare al taglio dei parlamentari».
Il tema delle liste elettorali
«Nel colloquio con il Presidente della Repubblica, con gli altri colleghi del Gruppo Misto, abbiamo inoltre lanciato l'allarme sulle norme in vigore in materia di presentazione delle liste elettorali. Con queste regole, il rischio è che alle prossime elezioni possano partecipare a parità di condizioni solo 5 partiti: Movimento 5 Stelle, Lega, Partito Democratico, Forza Italia, e Fratelli d'Italia, gli unici che non devono raccogliere le firme avendo gruppi parlamentari in entrambe le camere. Questo problema - ha concluso la Bonino - rappresenta in ogni caso la più grave urgenza democratica che le istituzioni di governo dovranno affrontare - e mi auguro risolvere - prima del ritorno al voto».
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