14 gennaio 2025
Aggiornato 21:30
L'intervista

Sassoli: «Chi salva le vite dei naufraghi non va perseguito»

Il nuovo presidente dell'Europarlamento al Corriere della Sera: «Salvataggi in mare sono un dovere. Dobbiamo mettere l'Unione in condizione di occuparsi dell'immigrazione come di altri temi»

Il neopresidente PD del Parlamento Europeo, David Sassoli
Il neopresidente PD del Parlamento Europeo, David Sassoli Foto: ANSA

ROMA - «Salvare le vite in mare è un dovere e chi lo fa non può e non deve essere perseguito». Lo ha affermato, fra l'altro, il neopresidente Pd dell'Europarlamento David Sassoli, intervistato dal Corriere della Sera. Quanto al caso specifico dello sbarco in Italia della nave Sea Watch, «ci sono profili giuridici ancora aperti e spetta alla magistratura italiana - ha commentato Sassoli - verificarli e dire l'ultima parola».

Migranti, l'UE deve assumere ruolo centrale

«Se non dotiamo l'Europa di strumenti per intervenire e governare i fenomeni migratori, i casi di cronaca riprodurranno sempre le stesse modalità e le solite domande: cosa fa l'Europa, dov'è l'Europa? Qui si gioca una partita decisiva, il trasferimento di potere. Dobbiamo mettere l'Unione in condizione di occuparsi dell'immigrazione come di altri temi».

Ci sono buone idee per non lasciare soli i Paesi

«La proposta del Parlamento europeo, votata nel dicembre 2017 e mai discussa dai governi - ha ricordato Sassoli - dà degli strumenti. Dice per esempio che chi arriva in Italia, a Malta o in Grecia arriva in Europa. L'immigrazione è una questione epocale e il Consiglio deve riprendere in mano la nostra proposta. Ci sono buone idee per non lasciare soli i Paesi. Il richiamo alla riforma di Dublino ci ricorda anche che i governi sono spesso sordi alle sollecitazioni del Parlamento».

E' il momento di riformare la UE

«Il momento è quello giusto» per riformare l'Unione Europea. E «dobbiamo essere creativi perchè toccare i trattati è complesso. Credo - dice Sassoli in proposito - che la proposta di una conferenza inter-governativa sugli strumenti della democrazia europea possa essere utile. Lavoriamoci. Il terreno è fertile. Si può fare in modo che questa legislatura perfezioni non solo il sistema degli Spitzenkandidat, ma anche per esempio il potere di iniziativa del Parlamento, ancora troppo debole.

Serce una partecipazione più larga di tutti

«Serve - ha sottolineato ancora il presidente dell'Europarlamento - una partecipazione più larga di tutti. Ecco perchè riflettere sugli strumenti della democrazia europea può consentire di dare un ruolo da protagonisti anche ad altri Paesi e altre regioni. La riflessione che propongo di cominciare sin dall'inizio di questa legislatura ci può portare a un'Europa più unita, rappresentativa e in grado di decidere. Il risultato delle elezioni e il mese trascorso dopo il voto ci segnalano l'urgenza di mettere le mani sui meccanismi di funzionamento dell'Unione».